Storia di Roma di Ettore Pais
CRITICA DELLE GESTA DEL 294-293 A. C.
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considerino questi racconti, è manifesto che le più notevoli vicende, che obbligarono le genti sannitiche a riconoscere la superiorità romana, vennero attribuite ai vari magistrati del 295 o degli anni immediatamente precedenti o successivi. La narrazione liviana, come in generale quella degli annalisti meno vetusti, rappresenta un processo di transazione fra le pretese accampate dalle varie famiglie romane, il tentativo di conciliazione fra le narrazioni opposte o contradditorie dei diversi scrittori.
Gli avvenimenti relativi agli anni 295-293 della guerra sannitica ci sono pervenuti con grande copia di particolari. Ma questa, ben lungi dall'essere indizio della ricchezza del materiale autentico, porge nuova prova dell'abbondanza delle falsificazioni antiche. L'esame delle gesta di tali tre anni, i quali occupano due terzi di un intero libro di Livio, dimostra infatti ad esuberanza che quanto più ci accostiamo ai tempi della guerra contro Taranto e Pirro, altrettanto aumentano le notizie o false od incerte, contradette da altre narrazioni parallele. Notammo come intorno alle lotte contro gli Apuli Livio conosca due versioni diverse, secondo cui codesta gente sarebbe stata alleata del popolo romano in odio ai Sanniti, ovvero si sarebbe mostrata di dubbia fede. (l) Però raramente egli accenna per esteso a spedizioni fatte contro gli Apuli, salvo che discorra di Luceria per il 320 od il 294 a. C. Le ragioni di ciò parrebbero doversi cercare, in parte nella debole resistenza opposta da questo popolo, assai meno valoroso delle genti abitatrici le montagne del Sannio, (2) in parte nella nessuna esattezza, da parte degli antichi scrittori latini, nel determinare in quali regioni le armi loro si incontravano con quelle dei loro nemici. (*) Si aggiunga,
negato, non si conciliano con le paiole di Livio, X, 37: u pax tamen clarior maiorque quam bellum in Etruria eo anno fuerat, parta est. „ Esse si intendono ove si tenga presente una tradizione del genere di quelle che parlavano della vittoria che il propretore Fulvio, collega di Postumio e con lui recatosi in Etruria, avrebbe conseguito verso gli stessi giorni della battaglia di Sentino. In questa battaglia sarebbero infatti periti molti Perugini e Chiusini Liv. X, 30, 2.
(*) Liv. VIII, 37, 3; cfr. s. p. 381; 492.
(2) Liv. IX, 13, 7; cfr. X, 15, 2: u spretoque eo hoste, „ (cioè gli Apuli).
(3) Ciò appare dalle difficoltà di determinare Aquilonia, Cominio e le di-
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (586/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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