Storia di Roma di Ettore Pais

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      critica della censura di appio claudio.
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      distingue recisamente per questo lato da quello delle genti patricie che, come i Postumi, parrebbero pių a lungo aver conservato animo ostile verso i plebei, e particolarmente da quello delle stesse famiglie della nobiltā plebea, le quali, come i Petelė ed ė Sempronė, arrivate agli onori curuli, se crediamo ad alcune tradizioni, avrebbero gareggiato con le prime nell'opprimere il proprio ceto. Nella sostanza si direbbe storica la inimicizia di Appio Claudio verso Q. Fabio. (*) Questa, oppure qualcuna delle inimicizie posteriori fra i Claudi ed i Fabė, parrebbero aver contribuito a dare vita alla falsa narrazione dei Claudi ostili alle leggi Licinie sostenute dai Fabė, alle Canuleie ed in genere a tutte le rogazioni dei tribuni della plebe. I particolari di codeste pių vetuste vicende, che avemmo tante volte occasione di esaminare, sono falsi al pari di quelli che ora discutiamo. Ed č appena necessario ricordare come, a conferma dello stesso Livio, alcuni annalisti non rammentassero le contese costituzionali sorte fra il 297 ed il 295 fra Fabio ed i suoi colleghi. Segno evidente che i tre scrittori, i quali le riferivano, porgevano notizie tolte a memorie private. (2) Il carattere di Appio non venne soltantoLivio Druso, ila cui, per via materna, discendeva l'imperatore Tiberio (si pensi a Drusus Clamlianus padre di Livia, Vell. IT, 73. 3). 1 rapporti fra i Livi ed i Claudi non esistevano solo dal tempo del matrimonio di Livia con il padre del futuro imperatore Tiberio. Questi per via materna discendeva dai Claudi adottati dai Livi, (Suet. ih. 3: u insertus est in Liviorum familiae, adoptato in eam materno avo) Forse gli amichevoli rapporti fra Claudi e Livi ebbero occasione dalla ripacificazione avvenuta fra i censori del 204 M. Livio Salinatore e Claudio Nerone. Si pensi alle analoghe inimicizie fra i Cornell ed i Sempronė ed al matrimonio di Cornelia la madre dei Gracchi.
      (*) Un cospicuo esempio delle tradizionali inimicizie dei Claudi verso i Fabė Pabbiamo per il 185 a. C., Liv. XXXIX, 32. Tuttavia va notato come, secondo una tradizione contraddetta da altre, un Claudio fosse fratello di Q. Fabio
      Rnlliano, Liv. IX, 36, 2.
      (2) Livio, X, 13; X, 15, 18 sqq., ove riporta i discorsi e le contese fra Q. Fabio Rulliano e Appio Claudio e si riferisce a tre autori rispetto alle lettere che Appio Claudio avrebbe scritte al collega Volumnio, finisce per concludere che v'erano annalisti i quali non parlavano della costituzione delle diverse 44 pro-vinciae „ e dei u certamina „ fra i colleghi, ossia di ciō che avrebbe fornito materia alle orazioni da lui riprodotte. Sulle probabili fonti di Livio in questi luoghi v. oltre.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi pių antichi alla fine delle guerre puniche




Postumi Petelė Sempronė Appio Claudio Fabio Claudi Fabė Claudi Licinie Fabė Canuleie Livio Fabio Appio Druso Tiberio Drusus Clamlianus Livia Vell Livi Claudi Livia Tiberio Claudi Livi Suet Liviorum Claudi Livi Livio Salinatore Claudio Nerone Cornell Sempronė Cornelia Gracchi Claudi Fabė Pabbiamo Liv Claudio Fabio Liv Livio Fabio Rulliano Appio Claudio Appio Claudio Volumnio Livio Segno