Storia di Roma di Ettore Pais
554 CAP. VIII. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL* INTERV. DI PIRRO.
all'esercizio dei diritti civili, apprendiamo da una lettera di Filippo V di Macedonia, l'alleato di Annibale. Molto prima, ossia nel IT secolo, ciò si era già verificato in alcune città della Etruria, (*) Non pare però si possa ragionevolmente ammettere che ciò fosse un fatto compiuto a Roma verso il 310-304, mentre prima del 287, non soltanto i libertini, ma persino i plebei di nascita non servile, non erano ancora riusciti ad impadronirsi di tutti i diritti civili, mentre solo per il 300, secondo la stessa tradizione, a tutela dei plebei si sarebbe riconosciuto il diritto di appello alla decisione dei magistrati. Anche nei secoli seguenti vediamo come il partito popolare fosse piuttosto disposto a restringere anziché ad allargare i diritti dei libertini. Nel 168 a. C., durante la sua censura in cui ebbe a collega C. Claudio, il plebeo Tiberio Gracco cercò di peggiorare la condizione di costoro, e l'intervento a loro favore del collega Claudio valse solo a far sì che dalle quattro tribù urbane venissero inclusi in una. (2) La disposizione attribuita a Claudio Cieco, il censore del 312, ossia che i libertini potessero esercitare i loro diritti in qualsiasi tribù, fece parte del programma del tribuno Sulpicio Rufo, di Papirio Carbone di Mamilio e di Clodio 88-58 a. C. (3) Solo per effetto della rivoluzione oclocratica succes-
(*) Nell'epistola di Filippo ai Larissei ('edita la prima volta dal Lolling, Mitili, di Atene, VII (1882), p. 61 sgg., si legge: oi PcojjialGi.... xoòq oixéxx; oxav èXsuO-spwjcoaiv upoaSs^óiisvot st£ xb TcoXcxsojJia xat xà>v depistar/ jisfxa^jSóvxs^ e vi si fa quindi menzione delle colonie. Rispetto all'Etruria ciò si ricava chiaramente dalla storia di Yolsinì caduta in mano dei libertini prima ancora del 265 a. C. Val. Max. IX, 1, ext.; Flor. I, 16 (I, 21); Oros IV, 5, 3; Auct. de tir. ili. 36, 3; Zonar. VIII, 7. Quanto si racconta per Volsitiì risponde abbastanza bene a ciò che dal Pseudo-Aristotele, de mirab. aus. 93, si racconta per l'etnisca Otvocpéa; cfr. Steph. Byz. s. v. Otva. Se in questi due passi vada sostituito OùoXa-xsppat o oppure OòoXatvtot, dal lato paleografico come dal topografico non è forse risolvibile. Le stesse condizioni possono essersi poi riprodotte in varie delle principali città dell'Etimia meridionale. In fondo si accenna forse ad un movimento di questo genere ove si parla delle sedizioni aretine del 302 a. C. Liv. X, 5, sebbene si parli solo di plebei e non di liberti. Lo stesso vale per le sedizioni dei Lucani, Liv. X, 18, ad 296.
(2) Liv. XLV, 15.
(3) Liv. ep. LXXVII; LXXX1V; Cic. prò Murena, 23, 47; prò Milone, 33, 89; Ascon. in Milon. 46; 52; in Cornei. p. 64; Schol. Gron. ad Cic. Cat. 2, 10, 24;
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (601/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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