Storia di Roma di Ettore Pais

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      CRITICA DELLA CENSURA DI APPIO CLAUDIO.
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      siva alla guerra giugurtina, delle lotte fra Siila e Mario e del trionfo del cesarismo, ai libertini venne fatto di conseguire quella potenza, che, sebbene fosse temperata ed anche mascherata da altre istituzioni, appare stabile durante l'impero. (*) Codesto fatto in una parte delTEtruria si era già compiuto, è vero, sino dal IV secolo, ed in vari Stati della Grecia si era verificato già tante volte per età anche anteriori. Ma gli antichi non erano certo nel falso facendo coincidere la decadenza della potenza dei Volsinì con l'arrivo dei libertini al potere; lo stesso vale per Capua, dove questo fatto si verificò, pare, verso i tempi in cui venne in potere di Roma. (2) Quanto è narrato sul favore che Àppio Claudio avrebbe accordato ai libertini non si può separare da una notizia riferita al secondo consolato di lui. Nel 296 il pretore P. Sempronio, in vista del grande pericolo della coalizione degli Etruschi, dei Sanniti e dei Galli, avrebbe per la prima volta ordinati in centurie i libertini. Ma è
      p. 410 0; cfr. App. 1, 55. Quanto Plutarco, St/ll. 8, 2, dice di Sulpicio, che avrebbe venduto palesemente nel Foro, a suoli di contanti la cittadinanza ai liberti e ad inquilini non contiene nulla di strano. I procedimenti di Sulpicio > equivalevano nel fondo a quelli che poco dopo prese lo stesso Siila, v. ad es.
      App. L c. 1, 100.
      (*) Non ostante le cure di Augusto per mantenere pura la cittadinanza romana e per reprimere i libertini (cfr. Mommsen, roem. SUtuùsrecht, III, p. 440 sgg.), nel fatto la legge delPara Narbonense dell' 11 d. C., CIL. XII, 4333, la potenza dei collegi degli Augustali nelle provincie, ed in complesso tutta la tradizione letteraria ed epigrafica, rivelano la potenza di quel ceto.
      (2) Rispetto ai Volsinì agli Aretini ai Lucani v. i passi citati s. p. 554, n. 1. In quanto agli stati greci il materiale sarebbe inesauribile; ma non è qui il caso di raccoglierlo. Giovi tuttavia ricordare quanto avvenne ad Argo al tempo di Cleomene nei primi decenni del Y secolo, allorquando i SooXot secondo Heropoto, VI, 83, vennero a far parte della cittadinanza (Aristotele, poi. V, 2, 8, p. 1303 Bkk. fa menzione di izeploixot), e valga pure ricordare ciò che avvenne a Siracusa, cosi al tempo dei Cillicirì e di Gelone, come di Dionisio I. Codesti Cilliciri erano in tutto simili ai plebei romani sorti in parte dalla schiavitù. Un analogo racconto per Tiro, v. in Iust. XVIli, 3, 6. Per non uscire poi dalla Penisola ricorderò come analoghe condizioni si dica essersi verificate a Cuma, pure nel V secolo, ossia al tempo di Aristodemo Malaco, Dion. Hal. VII, 8. A Capua ciò si suppone forse compiuto al tempo di Annibale, ove si parla di Seppius Loesius, Liv. XXVI, 6; 12. Questo fatto pare stare anche in relazione con la comparsa di servi nell'esercito Campano, Liv. XXIV, 19, 2.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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