Storia di Roma di Ettore Pais
556 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL' 1NTERV. DI PIRRO.
noto che i * capite censi „ non conseguirono di appartenere all'esercito regolare prima del tempo di Mario, in cui gli uomini liberi si andavano sempre più sottraendo alle molestie della milizia. (*) Ad una piccola parte dei libertini ciò dovette essere accordato almeno dalla censura di C. Claudio nel 169; (2) ma a tutti fu concesso in modo regolare solo al tempo della guerra sociale, grazie al fatto che di liberi v'era scarsezza. (3)
Tutte le riforme politiche attribuite ad Àppio Cieco paiono pertanto rispecchiare tempi meno lontani. Lo stesso vale per altre che, sebbene si dicano compiute per iniziativa di altri personaggi, cadono nondimeno sotto la censura di lui, o con il nome del celebre censore sono in qualche modo connesse. Discorreremo tosto della legge Ogulnia sui sacerdozi che Appio avrebbe combattuto; notiamo frattanto come sia dubbia quella sui tribuni militari, che
(x) Sall. Ing. 85 sq.; Val. Max. II, 3, 1; Gell. XA. XVI, 10; Flor. I, 36, 13. Se Plutarco, Mar. 9, dichiara che Mario armò: xò arcopcv xai SoDXov, in ciò non v'è scambio con ciò che egli stesso fece più tardi al tempo della guerra civile (come suppone il Marquardt, roem. Staatsverwaìtung, 112, p. 430, n. 4) bensì la confusione fra la qualità di liberto e di servo, che si trova ad es. a proposito dei servi o perieci di Argo, dei servi o liberti di Volsinì, a proposito delle leggi di Sulpicio v. s. p. 552, n. 2. Che in via eccezionale, anche prima di questo tempo, in Roma si sia ricorso all'espediente di accettare schiavi nell'esercito prova la ben nota storia dei a volones „ dopo Caune, Liv. XXII, 57; XXIII, 14; XXIV, 14; XXVII, 38; XXXVIII, 10; cfr. XXII, 11,8 ad a. 217. Ma ancheallora codesti schiavi, che furono poi dichiarati liberi, formarono un esercito a parte. La ripugnanza del governo romano a valersi durante l'impero dei libertini (salvo che per la flotta o per corpi speciali) è nota; cfr. Mommsen, roem. Staatsrecht, III, p. 449 sg. Si comprende quindi come di Augusto si osservasse quanto di rado si fosse valso di essi nell'esercito, Suet. Ang. 25.
(2) Rimando a quanto il Mommsen, roem. Staatsrecht, III, p. 448, ricava da Livio, XLV, 15,
(3) Liv. ep. LXX1V: 44 libertini tunc primum militare coeperunt, r App. b.c. I, 49; Macrob. I, 11, 32; cfr. n. precedente. Sui servi usati di quando in quando come soldati nella guerra civile mariana si fa pure ricordo, v. ad es. Plut. Mar. 9; 35; 41; 42; Sglì. 9; cfr. per la guerra sociale, App. b. c. I, 42; 65; 69; 74
A stabilire con precisione come e quando i servi entrarono nelle milizie si oppongono oltre che la scarsità delle notizie degli antichi, la mancanza di esatta determinazione fra servi e liberti, che si riscontra anche nella tradizione greca, cfr. s. p. 555, n. 2.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (603/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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