Storia di Roma di Ettore Pais
CRÌTICA DELLA CENSURA DI APPIO CLAUDIO.
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statare anche a proposito della via Valeria, attribuita al censimento del 306, che presuppone la deduzione delle colonie di Alba e di Car-
seoli, la quale, a seconda delle varie versioni, sarebbe stata fondata
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nel 302 ovvero nel 298. (x) Ma non soltanto la via Appia, non venne lastricata nel 312 o nel 310, come dicono le tradizioni ufficiali; ma può persino dubitarsi che verso il 312 sia stata condotta sino a Capua. Non mancano infatti indizi i quali facciano propendere per l'opinione che il tratto della via Appia, che da Appio Claudio ebbe nome, non giunse al di là di Sinuessa, la quale si dice fondata durante il secondo consolato o la pretura di questo personaggio, ossia al di là della città, che d'allora in poi, segnò il confine del Lazio. Una strada da Sinuessa a Capua fatta per iniziativa del popolo romano, non poteva attraversare che paesi a lui sudditi. Ora Capua, abbiamo avuto parecchie occasioni di constatarlo, non divenne territorio soggetto ai Romani prima dell'età di Annibale. E le scarse notizie autentiche, che abbiamo sulla storia della costruzione della- via da Roma a Capua, rinvigoriscono il sospetto che ilstrata est Considerando anzi che del tempio di Marte per Panno 189 si fa parola durante la censura del celebre Quinzio Flaminino, e che la statua di Giove Imperatore importata da costui dalla Macedonia venne attribuita a Quinzio il dittatore del 380 (v. s. p. 117), è lecito domandarsi se anche la dedica del tempio di Marte presso la porta Capena attribuita al duumviro T. Quinzio per il 387 Liv. VI, 5, 8, non vada riferita ad età molto più recente. Tanto più che dalla stessa tradizione parrebbe ricavarsi che codesti magistrati non furono in niun caso anteriori al 304, Liv. IX, 46, 6.
Della liberta con la quale si attribuivano al censore del 312 le gesta di età molto più tarda porge prova cospicua il racconto dell'AucT. de vir. ili. 34, secondo il quale Appio Cieco: 44 viam usque Brundisium lapidibus stra-vit; unde illa Appia dieta
(x) Liv. IX, 43, 25; cfr. X; 1, su Alba ad a. 303, X, 3; 13, per Carseoli ad a. 302; 298, Unitamente alle vie fatte dal censore M. Valerio Massimo, si ricorda per il 306 la locazione del tempio della Salute per opera del censore C. Iunio Bubulco, Liv. IX, 43, 25. Ma della dedica di codesto tempio fatta dal medesimo Iunio quale dittatore si parla poi per il 303, dopo le vittorie di lui sugli Equi. Sicché, chi ben consideri, osserverà che vi erano doppi o tripli racconti sulla via Valeria, sul tempio della Salute, sulla deduzione di Carseoli e di Alba tanto per il 306, quanto per il 303 ed infine per il 298, in cui ricompaiono ancora altre gesta attribuite al 302 (v, s. p. 435; 526).
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (606/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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