Storia di Roma di Ettore Pais
564 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL* INTERV. DI PIRROI dati a noi pervenuti intorno alle censure dei Claudi del III secolo non ci concedono, è vero, di stabilire con tutta precisione sino a quel punto le gesta di costoro abbiano contribuito ad amplificare e colorire quelle del Cieco. In compenso, notiamo come anche a proposito di Gii. Flavio, il protetto di Appio Claudio, si sia verificato un analogo processo di anticipazione e di falsificazione. A Gneo Flavio venne infatti attribuito il tempio della Concordia, il quale venne eretto solo nel 121 a. C., (*) ed a costui, per un anno
dei casi più o meno simili nelP intonazione del racconto, oppure più o meno contrarie fra loro. Le scarse notizie sulle posteriori relazioni fra i Licinì ed i Fab! ed i Claudi non ci permettono che intuire nelle liuee generali l'efficacia di determinate tendenze familiari sull'annalistica dei secoli II e I a. C., e ci vieta approfondire codesto problema. Il fatto che i Fabì furono rivali dei Claudi non impedì a costoro di essere talora amici. Cosi come i Licini, sebbene più tardi prudentemente si ritirassero, si trovarono per un poco con i Claudi sul medesimo terreno delle riforme al tempo dei Gracchi (v. s. p. 162). Chi non si lasci abbagliare da fantasticherie o da preconcetti, e non dimentichi che, se conosciamo l'animo di Calpurnio Pisone ostile verso Gracco, ignoriamo le tendenze politiche di Claudio Quadrigario e possediamo pochi e miserabili frammenti di Tuberone, vedrà la necessità di riconoscere: che le divergenze, di cui si trovano qua e là traccie di Livio ci aiutano bensì a stabilire la non veridicità dei vari racconti e le intonazioni politiche che li suggerirono, ma non ci dànno modo di formulare iu ogni singolo caso e con precisione i nomi delle sue fonti. Esempio cospicuo questo: che per tutti i libri V-X in Livio non è mai fatto accenno a Valerio Ànziate, sebbene non vi sia motivo sicuro di escluderlo tra le fonti di lui (ad esempio dove si glorificano i Valeri per il 348 ed il 302-300). Infatti Valerio
Anziate è un autore che fu consultato da Livio per i quattro primi libri, e che è tra quelli, che sono più di frequente ricordati nella terza e nella quarta decade. Il silenzio rispetto ai libri V-X, il modo con il quale Valerio è citato per i libri XXV-XLV, potrebbe anzi generare il sospetto che, per il periodo delle guerre sannitiche non fu ricordato appunto perchè maggiormente fu usufruita ed accettata la narrazione di lui. L'esame del come Claudio Quadrigario è nominato, potrebbe confermare codesta ipotesi, cfr, s. parte I, p. 87, n. 2.
(x) V. s. p. 139, n. 1; 270, n. 1. A quanto abbiamo sopra osservato intorno al preteso tempio della Concordia dedicato da Gn. Flavio va aggiunto che le parole di Livio, IX, 46, 7: itaque ex auctoritate senatus latuin ad populum est. ne quis templum aramve iniussu senatus aut tribunorum plebei partis niaioris de-dicaret „ parrebbero bensì aver relazione con il plebiscito Papirio ricordato da Cicerone, de domo, 49, 127: a video enim esse legem veterem tribuniciam quae vetet iniussu plebis aedis, terram, aram consecrari (Nel secondo caso si parla di un plebiscito, nel primo si accenna pure all'autorità dei tribuni della plebe.)
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (611/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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