Storia di Roma di Ettore Pais

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      CRITICA DELL'EDILITÀ CURULE DI GN. FLAVIO.
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      mente quel P. Claudio, console nel 249, che all'onore della dittatura avrebbe innalzato uno scriba e precisamente quel M. Claudio, uomo di infima condizione, che tutto fa credere fosse un liberto o figlio di un liberto dei Claudi patrici. (*) Considerando infine come Appio Claudio avrebbe riordinato culti e composto le forinole del diritto, ciò che stava in rapporto con l'attività dei pontefici, (2) e che dai penetrali dei pontefici Gneo Flavio avrebbe appunto tratto il diritto civile ed il calendario, ossia l'elenco dei giorni giudiziari che con il diritto pontificio era originariamente connesso, nasce il dubbio se qualche annalista non avesse di già confuso l'ufficio di " scriba „ con quello di " scriba pontificis, „ parola che nei tempi più vetusti, secondo un linguaggio andato in disuso, designava il pontefice minore. (3) Questo sospetto verrebbe a trar forza dalla circostanza, che parte di ciò che era espressamente attribuito a Gn. Flavio sarebbe stato per l'appunto compito di codesti pontefici minori. (4)
      «
      Liv. ep. XIX; cfr. Fast. Cons. Cap. ed a. 505 u. c. 249 a. C.
      (2) Si noti però che anche i censori del 179, come si diceva per Appio Claudio nel 812, resero pubblici culti privati, Liv. XL, 51.
      (3) Liv. XXII, 57, 3 ad a. 216 a. C. * L. Cantilius scriba pontificis, quos nane minores pontefices appellati t„.
      (4) Macrob. I, 15,9: u priscis ergo temporibus, antequam fasti a Gn. Flavio scriba invitis patribus in omnium notitiam proderentur, pontifici minori haec provincia delegabatur cet „. Una questione analoga suggerisce la notizia di Q. Anicio Prenestino: u qui paucis ante annis hostis fuisset, „ che sarebbe diventato edile curule insieme a Gueo Flavio, Plin. XH. XXXIII, 17. 11 Seeck, die Kalendertafel der Pontifìces (Berlin, 1885), p. 33 sg., ha richiamato all'attenzione degli studiosi il passo di Livio, XXIII, 19, 17, ad a. 216, ove si ricorda M. Anicio, di cui pure si notava: a scriba is antea fuerat, „ la cui statua loricata si vedeva nel foro di Preneste, a cui eia sottoposta l'inscrizione: 44 M. Anicium prò militibus, qui Casilini in praesidio fuerint votum solvisse. „ Egli emette l'ipotesi, che l'inscrizione qui ricordata abbia dato occasione a favoleggiare su Gneo Flavio come scriba. Ciò non mi sembra probabile.
      Che gli Ànici abbiano per lunga serie di generazioni continuato ad appartenere alla nobiltà dominante di Preneste non avrebbe in se nulla di strano, v. s. p. 501, n. 1;. Ma dacché dalle parole di Livio; u scriba is antea fuerat, „ si ricaverebbe che l'Anicio del 216 apparteneva a gente arrivata da poco alle somme cariche di Preneste, sarebbe logico venire ad una di queste due conclusioni: o che a Preneste vi fossero Anici nobili ed altri plebei, cosi come a Roma troviamo Claud!, Furi, Servili, plebei e patrici: oppure che la parola scriba, „


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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