Storia di Roma di Ettore Pais

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      576 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL'iNTERV. DI tlRRO.
      Lo studio delle notizie relative ai monumenti ed ai documenti di questo periodo conduce a risultati non differenti. Per il 294 a. C. si parla di un tempio della Vittoria, dedicato dal console Postumio prima della sua entrata in campagna, e cho egli avrebbe fatto edifi-
      Cicerone racconta, è vero, che Ninna portò da tre a cinque il numero degli auguri; dai moderni si nota inoltre che il sesto doveva essere il re stesso, e che nella colonia lulia Genitiva (v. lex col. Urs. 67), troviamo appunto tre pontefici e tre auguri. Ma in tutto ciò, anziché il rispecchio delle più antiche istituzioni v'è forse l'impronta delle concezioni rituali e prammatiche dei sacerdoti degli ultimi tempi della repubblica, ed alcuni dei dati degli antichi intorno ai numeri originari, provano il nessun valore delle integrazioni dei moderni. Se Siila portò i pontefici e gli auguri al numero di quindici, Liv. ep. LXXXIX, ciò bene si spiega con la moltiplicazione del simbolico numero di tre per tribù a cui accenna Livio. Ma come si concilia con tal numero il sedicesimo pontefice ed il sedicesimo augure aggiunti da Cesare? (Cass. Dio, XL1I, 51). Si pai la dei tre pontefici della colonia Genitiva, ma come mai a Capua, accanto ai sei pontefici, furono istituiti dieci e non sei auguri? (v. Cic. de leg. cigr. 11,35, 96). Non v'era dunque costante ed assoluta rispondenza fra il numero dei pontefici e quello degli auguri.
      Quanto poi Livio narra rispetto ai cinque auguri plebei ed ai quattro patrie! a proposito dell'anno 300 a. C. desta il più grande sospetto. Il principio che i sacerdoti dovessero essere nominati fra plebei e pattici : u ex parte dimidia „ ci è espressamente attestato per età storica, Cic. de domo7 14, 38, e corrisponde a quello per cui il consolato e l'edilità furono coperte, per un dato tempo, da pari numero di pattici e di plebei. Se per effetto della legge Ogulnia venne stabilito che i plebei partecipassero in eguale misura dei patrici alle alte cariche sacerdotali, come si spiega che ai plebei nell'augurato venne accordata subito una condizione preponderante di cinque verso quattro? Si potrebbe supporre che ciò fu fatto per trovare un perfetto equilibrio con la posizione più favorevole dei patrici nel pontificato (4 plebei 4 patrici + il pontefice massimo patricio di cui Livio si sarebbe scordato di fare parola). Ma i dati sulla cooptazione dei pontefici ed in generale dei sacerdoti, dimostrano che. man mano che si rendeva vacante un posto coperto da un patricio o da un plebeo, veniva occupato da uno dello stesso ceto v. Mommsen, roem. Forschungen, I, p. 82 sgg.) Ora in tal caso, l'ipotesi di Livio, che essendo vacanti due posti per la morte di due patrici questi si siano accordati a due plebei, non trova plausibile spiegazione. A me sembra pertanto che anziché sottoscrivere al Bardt, die Priester der vier grossen Collegien (Berlin, 1871, progr. p. 32), secondo il quale i dati di Livio sulla legge Ogulnia tf stuetzen sich nntereinander, man darf also sagen, dass die Zahl so gut bezengt ist, wie ueberhaupt nur eine aus dem Alterthum bezengt sein kann, „ sia lecito pensare che la versione liviana anticipi anche in questo caso la prevalenza, che in età posteriore, rispetto al numero dei posti da essi ottenuti, ebbero i plebei. Se vi sia errore o traccia di duplice redazione dove si ammette che i plebei avessero solo


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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