Storia di Roma di Ettore Pais
VALORE DELLE NOTIZIE RELATIVE AI MONUMENTI
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care quando era edile cnrule. (*) Ma sarebbe più naturale attenderci tale dedica dopo le vittorie, che egli avrebbe conseguito in quello stesso anno, e che sono registrate anche dagli Atti dei Trionfi. Senonche, secondo altre versioni, L. Postumio nel 294 sarebbe stato sconfitto; le gesta attribuite a lui, giusta codeste discrepanti notizie, sarebbero state compiute dal collega Atilio, che, per fermare la fuga dei suoi, avrebbe votato un tempio a Giove Statore. (2) D'altro canto è degno di nota che anche per il 305, narrazioni fra loro oppo-
quattro dei seggi di pontefice, cinque di quelli di augure, non voglio decidere. Ma codesta preponderanza plebea non potè, in nessun caso, essere anteriore al tempo in cui Tiberio Coruncanio, primo fra i plebei, diventò pontefice massimo. Ora sappiamo che ciò avvenne fra il 255 ed il 252, Liv. ep. XVIII. Ed il dubbio ohe Livio pone a se stesso, porge ansa a supporre clie le sue fonti narrassero diversamente codeste questioni. Glie se gli elenchi del Bardt, p. 32 sg., provano che per il III ed il li secolo a. C. ai pontefici plebei toccarono realmente cinque posti ed ai patrici quattro, ciò dimostra che anche in questo caso fu attribuito al 300 ciò che da essi fu conseguito qualche decennio e forse mezzo secolo dopo.
Nulla del resto di strano che i fasti sacerdotali del 300 circa a. C. fossero poco sicuri quando si consideri che quelli del tempo di Annibale porgevano pure occasione a disparità di opinioni ed a dubbiezze, v. Liv. XXX, 26, 7; Val. Max. VILI, 13, 3; Plin. NH. VII, 156. La circostanza che quel Licinio, che nel 196 propose che si facessero i a t res vi ri epulones „ fu uno dei primi a coprire tale ufficio, Liv. XXXIII, 42, che Gii. Domizio, il quale nel 103 ottenne che si eleggessero dal popolo i pontefici massimi, fu pure il primo ad essere eletto in tal modo, Lxv. ep. LXVII, che quel P. Decio che sarebbe stato il u suasor „ della legge Ognlnia, fu, per effetto di questa, creato pontefice egli stesso, Liv. X, 9, 2; cfr. 7, 2 (si pensi alla parte che ad es. i Gracchi ebbero nelle commissioni create per effetto delle loro leggi agrarie), fa nascere la domanda se per caso vi fosse una versione, oggi perita, in cui agli Ogulnf fosse pure stato accordato tale onore per effetto della loro legge, e se il silenzio di Livio su questo particolare porga esso stesso, in via indiretta, la traccia dell'esistenza di più redazioni fuse nella sua versione. Certo ad ammettere una partecipazione degli Ogulni agli alti sacerdozi romani (sebbene su ciò non ci sia giunta notizia diretta) porge ansa la circostanza che Q. Ognlnio, il quale propose la legge sui sacerdozi, pochi anni dopo, fu capo dell'ambasceria che verso il 292 trasportò da Epidauro il serpente di Esculapio, Val. Max. I. 8, 2; Auct. de vir. ili. 22 (su Q. Ogulnio Gallo dittatore per le ferie latine, v. Fast. Cap. ad a. 257 a. C.) Cfr. oltre.
(*) Liv. X, 33, 9: u prius tamen quam exiret (cioè il console Postumio) militibus edicto Soram iussis convenire, ipse aedem Victoriae, quam aedilis cu-rnlis ex multaticia pecunia faciendam curaverat, dedicavit. ita ad exercitum profectus ab Sora in Samnium ad castra collegae perrexit „.
(2) Claud. Quadrig. apd Liv. X, 37, 13; cfr. X, 36, 11; v, s, p, 436 sg.
Pais, Storia di Roma. Voi. I. - Parte II. 37
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (624/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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