Storia di Roma di Ettore Pais
VALORE DELLE NOTIZIE RELATIVE AI MONUMENTI
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suggeriti, dalla notizia relativa alla dedica del tempio di Quirino per opera di L. Papirio. Livio, ove ne tien nota, osserva che del voto fatto da costui durante la battaglia contro i Sanniti non aveva trovato ricordo presso gli annalisti più antichi. Per ciò congetturava fosse stato votato molto prima da L. Papirio, ossia dal padre del console del 293. Nel determinare tali date, Livio non si fondava adunque su fatti certi e sicuri, ma su apprezzamenti e probabilità. Non v'è ragione di credere che procedessero diversamente le sue fonti, delle quali le più antiche ignoravano, pare, quando fosse stato fatto il voto del tempio. (*) Simili dubbi, come tostoCalpurnio Pisone saltava i consolati del 807 e del 306. A Calpurnio Pisone in questo caso pensa anche il Muenzek, Beitrage zur QuellenJcritik der Naturgeschichte des Plinius, p. 231.
Ieronimo, ep. ad Heliod. in epithaph. Xepot. 12, identificava Fabio Pittore
10 storico con il pittore. I Fasti Consolari, cfr. Plin. XII. XXXIII, 44, ricordano
11 primo dei Fabi Pittori per il 269. Tuttavia è ovvia la domanda se Terrore di Ieronimo non sia anche derivato dal non sapersi più ben definire il tempo in cui sarebbe vissuto quel Fabio Pittore che, per primo, come apprendiamo da Plinio, NH. XXXV, 19, in seguito a questa pittura, lasciò il nome di Pittore ai suoi. L'osservazione di Valerio Massimo, l. c., che Fabio Pittore dipingendo il suo nome nelle pareti del tempio della Salute volle imitare Fidia, fa pensare a tempi di cultura avanzata, ma non porge un indizio cronologico. Stando ad Orosio, IV, 4, 1, questo tempio sarebbe stato colpito dal fulmine, nel 478 a. u. c. La menzione della guerra di Sempronio contro i Piceni per Tanno seguente (268 a. C.) determina Tanno a cui Orosio accenna; ma è notevole che questo è il seguente a quello del consolato di C. Fabio Pittore, del primo Fabio, che ebbe tal cognome. La circostanza che per i tempi di cui parliamo, ed appunto rispetto ai Fabì, ai Valeri, ai Deci, si notava che avevano conseguito il consolato: u ad-modum adulescentes, „ Cic. Phil. V, 17, 48 e che, non v'erano leggi u annales „ regolanti la carriera politica, ci vieta ricavare qualsiasi indizio cronologico dell'età di C. Fabio nell'anno in cui fu console, ed alla designazione dell'anno probabilmente anteriore a questo, in cui attese a dipingere quel tempio.
(*) Liv. X, 46, 7: u aedem Quirini dedicavit; quam in ipsa dimicatione votam apud neminem veterem anctorem invenio, neqne hercule tam exiguo tempore perficere potuisset: ab dictatore patre votam filius consul dedicavit exor-navitque hostium spoliis; quorum tanta mnltitudo fuit, ut non tempi uni tantum foruinque iis ornaretur, sed sociis etiam colonisque finitumis ad templorum loco-rumque publicorum ornatum dividerentur All'osservazione contenuta nelle prime parole non può darsi gran peso ove si consideri che lo stesso Livio, VII, 28, 6, discorrendo del tempio di Giunone Moneta, afferma: u anno post quam vota erat aedes Monetae dedicatili- „. E a parte Tesattezza di tal data, la pos-
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (628/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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