Storia di Roma di Ettore Pais
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CAP» Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL'iNTERV. DI PIRRO.
ripeteremo, si formulavano sull'antichità dell'orologio, che avrebbe ornato questo tempio, e che, per testimonianza di alcuni scrittori, passava per il più antico della Città. A noi moderni, tenendo presente il debole valore di tutta la cronologia delle guerre sannitiche, considerando il fatto incontrovertibile che le medesime vicende furono più volte ripetute ed attribuite a diverse famiglie, oppure a vari personaggi della stessa gente, sorge spontanea la domanda se la dedica del tempio di Quirino non cada verso il 272, in cui L. Papirio, console daccapo come nel 293 con Sp. Carvilio, trionfò insieme a costui sui Sanniti. Le gesta di codesti due consolati, distanti fra loro oltre un ventennio, furono infatti confuse dagli antichi, f1) e disibilila di innalzare un tempio in un solo anno risponde alla semplicità degli edifici romani sino al tempo di Pirro, (cfr. Corn. Nep. apd Plin. XIL XVI, 86; Iul. Obs. 8 (62) sull* " aedes „ di Venere nel 178 a. C. u sine ullo vestigio cremata J. Il passo di Plinio, XII. VII, 213: " aedem Quirini L. Papirius Cursor, cum eam dedicaret a patre suo votam, a Fabio Vestale proditur, „ non valgono a stabilire se Livio esponga una congettura sua o delle sue fonti, dacché, sebbene sia naturale pensare ad uno scrittore tardo, non sappiamo bene in qual tempo questi sia vissuto (v. su costui Muenzer, op. cit. p. 853 sgg.) La circostanza nondimeno che egli affermava che l'orologio del Quirinale era il più antico (notizia che manca a Livio) tenderebbe a far credere che Fabio Vestale avesse tolto da altri, che non fosse Livio, quella notizia sulla data del tempio di Quirino. Il confronto fra la testimonianza di Fabio Vestale e quella di Livio conforterebbe ad ogni modo l'ipotesi che le osservazioni dello storico padovano derivino da una delle sue fonti meno vetuste.
Le ultime parole di Livio nel passo sopra citato, fanno pensare a quanto egli stesso altrove, IX, 40, racconta sulla divisione delle spoglie sannitiche dell'anno 310 a. C. e sull'uso diverso che ne fecero i Romani ed i Campani.
(*) Act. Triumph. ad a. 272. A quanto abbiamo notato s. p. 542, n. 1, può aggiungersi che l'esistenza di due redazioni diverse sulle gesta di Sp. Carvilio e di L, Papirio è rivelata forse dalle stesse parole di Livio, X, 46, 5; 15, ove, mettendo in evidenza il diverso contegno dei due consoli rispetto ai doni militari ed alla preda, espone una tradizione diversa a quella che parlava del loro perfetto accordo, Liv. X, 39. Simili divergenze notammo pure rispetto ai duci del 295, v. s. p. 535, n. 1.
Dalle parole di Festo, p. 209 M, s. v. pietà, ove si parla della a toga pietà „ anticamente detta * purpurea „ : u eaque erat sine pictura. eius rei argumentum est pictura in aede Vertumni et Consi, quarum in altera AI. Fulvius Flaccus, in altera T. *t Papirius Cursor triumphantes ita picti sunt, „ messe in rapporto con Properzio, V, 2, 4, si ricava che il tempio di Vortumno fu dedicato da M. Fulvio
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (629/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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