Storia di Roma di Ettore Pais

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      VALORE DELLE NOTIZIE RELATIVE AI MONUMENTI.
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      un ventennio ed anzi di un quarantennio fu anticipata la data della dedica del colosso di Ercole sul Campidoglio, che fu pure attribuitaa Sp. Carvilio oppure ai consoli del 305 a. C. (*) Non v'è ragione
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      dopo la vittoria su Volsini, cfr. Act. Triumph. ad a. 264. Il tempio di Conso lo fu forse da L. Papirio dopo la vittoria sannitica del 272 a. C., v. Act. Triumph. ad a. Così al collega di lui Sp. Carvilio per il solo 293 si attribuiva la dedica del tempio della Fortuna e del colosso di Ercole sul Campidoglio (v. n. sg.)
      (l) Livio, IX, 44, 16, dopo aver rammentata la presa di Sora, di Arpinum, di Cesennia (?) sui Sanniti ad a. 305 a. C. dice: u Herculis magnimi simulacrum in Capitolio positum dedicatumque „. Invece in Plinio, NH. XXXIV, 43, leggiamo: fecit et Sp. Carvilius Iovem qui est in Capitolio victis Samnitibus sacrata lege pugnantibus e pectoralibns eorum ocreisque et galeis. amplituilo tanta est ut conspiciatur a Latiari love „. Le parole a sacrata lege pugnantibus „ farebbero naturalmente riferire questo fatto alla guerra del 293; cfr. Liv. X, 38. Non è però escluso che per questa dedica, come per quella del tempio di Quirino fatta dal collega L. Papirio e del tempo di Conso nell'Aventino, come in generale per tutte le dediche di Sp. Carvilio e di L. Papirio (sul tempo della Fors Fortuna v. Liv. X, 46, 14) si debba pensare al 293 anziché al 272 a. C. Coglie nel segno, credo, PAust. de aedibus sacris, p. 14, n. 26, sostenendo che il tempio di Conso sull'Aventino dovette essere dedicato nel 272 anziché nel 293 (v. n. prec.); maegli ha torto, nel ricavare tale conclusione dal fatto che Livio, X, 46, 7, non sa
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      di tale dedica. Livio, a parte il valore delle sue dichiarazioni in proposito (v. s. p. 581, ti. 1), non dice nulla in tale occasione della dedica della statua di Ercole; la fissa anzi al 305. Eppure è evidente che la dedica del 305 e del 293 si riferiscono alla sola statua colossale di Ercole.
      A confondere la dedica del 305 e del 293, o magari del 272, possono aver contribuito varie circostanze. E forse il caso di osservare che i fasti del 305, a confessione di Livio, IX, 44, erano incerti, dacché si disputava se uno dei consoli di quell'anno (un Minucio), fosse o no morto, e se fosse stato snlfeto un Fulvio. Né va forse escluso che al 305 ed al 293-91 (le gesta del 291 sono in parte uguali a quelle del 293) seguono a breve distanza la fine della seconda (304) e della terza guerra sannitica (290), così come pure nel 272 avviene la capitolazione di Taranto. Certo una confusione di questo genere fu causa per cui già dagli antichi si dubitasse se Livio Andronico fosse giunto a Roma dopo la prima (272), oppure dopo la seconda (209) resa di Taranto, Cic. Brut. 18, 72.
      Plinio dice che il colosso di Ercole del Campidoglio venne fatto con le armi sannitiche. Può tuttavia domandarsi se per caso esso non sia stato fatto ad imitazione del celebre colosso di Ercole esistente a Taranto, opera di Lisippo, e che da Fabio Massimo nel 209 fu pure portato a Roma sul Campidoglio, Strab. VI, p. 278; Plin. NH. XXXIV, 40; Plcjt. Fab. 22, 8. Ciò non pare improbabile, anche perchè le dichiarazioni sulla guerra sannitica si estendono anche a quelle contro i Tarantini (su ciò v. oltre). E notevole la circostanza che, come al piede del colosso da lui dedicato, Sp. Carvilio fece erigere la propria statua formata con

Storia di Roma Parte Seconda di Ettore Pais Carlo Clausen Torino 1899 pagine 746

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche

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