Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL? INTERV. DI PIRRO.
      di dubitare che il tempio della Vittoria, di Quirino, di Bellona, della dea Salute, siano stati eretti sul finire delle guerre sannitiche o negli anni immediatamente seguenti. Ma a determinare la data precisa delle vicende, che a tali templi dettero origine, non giovano certo, come vorremmo, le indicazioni tradizionali a noi pervenute. Nè a risolvere simili questioni recano vantaggio le date attribuite agli altri monumenti di cui ci vien fatta parola.
      Le gesta e le dediche dei Carvilì, dei Papiri degli anni successivi alla partenza di Pirro, paiono essere state spesso anticipate di un ventennio; le opere ed i monumenti del III e del II secolo alla loro volta vennero del pari attribuiti al IV secolo. Se prestiamo fede all'annalistica, Appio Claudio avrebbe compiuta la via Appia
      da Poma a Capua sino dal 312; avemmo invece modo di notare
      è
      come codesta impresa non fu recata a termine prima del 174. (*) Per il 296, in cui Appio Claudio sarebbe stato console la seconda volta, ci si parla pure della quadriga di Giove innalzata sul Campidoglio per opera degli Ogulnì edili cimili e della statua dedicatal'avanzo del metallo occorso a fare il primo (Plin. XH. XXXIV, 43), cosi Fabio Massimo pose la sua vicina al colosso di Lisippo, da lui trasportato da Taranto. Codesto parallelismo fu forse determinato da qualche ragione di simmetria; ma si potrebbe anche spiegarlo supponendo che Fabio Massimo (che sia detto fra parentesi, troviamo collega di uno Spurio Carvilio nel 228), volesse imitare quanto aveva fatto Sp. Carvilio nel 272, dopo la presa di Taranto. E vero che secondo Zonara, Vili, 6, Taranto nel 272 si arrese a L. Papirio e che quest'autore non fa menzione della parte che in ciò ebbe il collega Sp. Carvilio; ma gli Atti Trionfali ricordano anche la vittoria di costui in quell'anno sui Tarantini. Così fasti ed autori erano in disaccordo: quale dei due colleghi Cornelio o Genucio, avesse ripresa Reggio nel 270, v. Act. Triumph. ad a.; cfr. inoltre Dion. Hal. XX, fr. 16; Oros. IV, 3, 5. Disparità di sentire (e forse gelosia e rivalità) fra Q. Fabio e Sp. Carvilio, risulta da quanto Livio, XXIII, 22, dice per il 216 a. C.
      Che del resto le vicende dei Carvilì siano state esposte poco esattamente dal lato cronologico apprendiamo dalla storia del divorzio di Sp. Carvilio, variamente assegnato al 235, al 234, al 231, al 227 e forse anche al 224, v. Dion. Hal. Il, 25; Val. Max. II, 1, 4; Gell. IV, 3; XVII, 21, 44; Plut. comp. Lyc. et Xum. 3. Nel caso nostro è ancora più importante il fatto testé notato, ossia che, secondo i calcoli di Pomponio Attico, Livio Andronico sarebbe caduto in potere dei Romani nel 209, essendo console Q. Fabio Massimo, mentre per testimonianza di Accio, ciò sarebbe già avvenuto sino dal 272, essendo console Sp. Carvilio. *) V. s. p. 558 sgg.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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