Storia di Roma di Ettore Pais
CRITICA DELLE NOTIZIE RELATIVE AI MONUMENTI.
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da costoro presso al fico Ruminale, raffigurante la lupa nell'atto di allattare i due fondatori della Città. Queste notizie non parrebbero destare diffidenze di sorta. Tuttavia è degno di osservazione che le imprese edilizie degli Ogulnì, compiute sotto il secondo consolato di Claudio, sono rammentate accanto al selciato di un tratto della via Appia, ossia per quello che dalla porta Capena andava al tempio di Marte. (*) Ora dal selciato di tal tratto di via si toma appunto a parlare nel 189 a. C., vale a dire al tempo della censura di un altro Claudio. (2) Le quadrighe del 296 sarebbero state innalzate con il frutto delle multe imposte agli usurai. Ma di quadrighe metalliche ivi erette pure con il ricavo delle multe pagate da costoro, si fa daccapo ricordo nel 192 a. C. Di quadrighe di metallo dorato poste nel Campidoglio è fatta anzi menzione sino dal 204 a. C. (3) Si
(1) Liv. X, 23, II: * eodein anno Cn. et Q. Ogulnii aediles eurules aliquot feneratorìbus diem dixerunt; quorum bonis multatis, ex eo, quod in publieum redactum est, aenea in Capitolio limina et trium mensarum argentea vasa in cella Iovis Iovemque in culmine cum quadrigis et ad ficum Ruminalem simulacra infantami conditornm urbis sub uberibus lupae posuerunt, semitamque saxo quadrato a Capena porta ad Martis straverunt. et ab aedilibus plebeis L. Aelio Paeto et C. Fulvio Curvo ex multaticia item pecunia, quam exegerunt pecuariis damnatis, ludi facti pateraeque aureae ad Cereris positae „; cfr. Dion. Hal. I, 79. Plin. NH. XV, 77.
(2) Liv. XXXVIII, 28, ad a. 189 a. C.: u eensores Romae T. Quinctius Fla-mininus et M. Claudius Marcellus.... viam silice sternendam a porta Capena ad Martis locaverunt Il tempio di Marte alla porta Capena si diceva dedicato: a Gallico bello, „ ed eretto per opera di un duumviro T. Quinzio nel 387 a. C. Liv. VI, 5, 8. Ma, a parte la menzione dei duumviri per codesta età (su ciò v. oltre , è opportuno ricordare che anche la dedica della statua di Giove fatta da codesto personaggio nel 380, Liv. VI. 29, è la sicura anticipazione di quella fatta da T. Quinzio Flaminino, dopo la vittoria su Filippo V, v. s. p. 109. Ed è anche notevole che i censori del 189, v. Liv. I. c., abbiano atteso alle sostruzioni del Campidoglio di cui pure si parla per il 388, Liv. VI, 4, 12.
I Claudi Marcelli erano plebei; ma i loro rapporti originari di dipendenza dei Claudi patrici sono attestati da Cicerone, de or. I, 39, 176. Con uno scambio delle gesta dell'uno e dell'altro si può forse spiegare anche l'intromissione dei Claudi Marcelli nei fasti prima del 287 (per il 331, 327 v. s. p. 319).
(3) Liv. XXXV, 41, 9 ad a. 192 a. C.: a iudicia in faeneratores eo anno multa severe sunt facta accusantibus privatos aedilibus curulibus M. Tuccio et P. Iunio Bruto; de multa damnatorum quadrigae inauratae in Capitolio positae „. Liv. XXIX, 38, 8, ad a. 204 a. C.: tt quadrigae aureae eo anno in Capitolio po-
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (632/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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