Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL'iNTERV. DI PIRRO.
      Tuberone per il 299 si dicevano fatti edili curuli i patrici Q. Fabio e L. Papirio, secondo Calpurnio Pisone tale carica avrebbero conseguito i plebei C. Domizio e Sp. Carvilio. (*) Anche altri dati sull'edilità curule e plebea durante il IV secolo paiono un tessuto di menzogne. È falso che la plebe abbia avuti tali magistrati fino dai primi decenni della repubblica e che i patrici li avessero creati solo nel 367 per curare i ludi di Giove, a cui i plebei non avrebbero voluto attendere. (2) Sembra pur falso quanto si narra su L. Elio Peto e C. Fulvio Curvo, gli edili del 296 a. C., vale a dire dell'anno stesso ili cui gli Ogulni avrebbero conseguito l'edilità curule. Si raccontava infatti che codesti magistrati avrebbero atteso ai ludiplebei; ma tutto fa pensare che tali ludi siano stati istituiti solo verso il 220, alla stessa maniera che solo nel 204 sorsero i patrici, e non prima del 220 furono istituiti ì ludi Tauri attribuiti a Tarquinio il Superbo. (3) I plebei affermavano che al loro ceto fos-
      \) Liv. X. 9, 12.
      2 Liv.V. 42, 12: * recusantibus id munus aedilibus plebis Cfr. s. p. 148 sq.
      Colgo poi l'occasione di notare che non è il caso di preoccuparsi dellateoria del Nitzsch, Geschichte d. roem. Repiiblik, I (1884), p. 62, il quale in base al racconto di Livio, III, 6, 9 (cfr. III, 55, 13; 57, 10) pensò che sino dal 463 a. C. gli edili della plebe avessero avuto una grande importanza nell'ani" ministrazione dello Stato.
      A farci dubitare dell'autenticità delle notizie relative ai più antichi edili plebei mi pare contribuisca il fatto che negli elogi più antichi degli Scipioni, CIL. I, 30, 31, 32, si fa menzione della carica di * aedili „ senza designazione della qualità di curule, meutre questa è ricordata in vari monumenti e monete degli ultimi due secoli della repubblica (cfr. oltre quanto noto sui pretori). Si accenna invece alla qualità di edile curule ad es. nel titolo di Gn. Cornelio Scipione del 139. CIL. I, n. 38. Non do importanza di sorta al fatto che questa è pure notata nell'elogio di Appio Cieco, CIL. I2, p. 192, dacché tali elogi (cfr. Hirschfeld, nel Philologus, XXXIV (1886), p. 85 sgg.), sono fattura dell'età au-gustea, rappresentano versioni (e quindi linguaggio costituzionale) assai recente.
      Relegando fra le falsificazioni la storia della edilità plebea prima della seconda metà del IV secolo si scioglie in parte da se il bandolo di quell'arruffata matassa che il Mommsen, roem. Staatsrecht, II2, p. 462, mette in rilievo rispetto alla più antica storia di questa magistratura, alla cui esistenza egli presta fede.
      3 Val. Max. I, 7, 4; Liv. XXIII, 30, 17: cfr. Liv. ep. XX. La data del 220
      per l'origine dei ludi plebei è annessa anche dal Mommsen, roem. Staatsrecht, II2, p. 50. I ludi Taurii attribuiti a Tarquinio il Supeibo, v. Paul. ep. Fest.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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