Storia di Roma di Ettore Pais
CRITICA DELLE DEDICHE DEGLI OGULNĖ.
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meno di quelli sulle gesta degli edili plebei del 296, ci lasciano incerti rispetto all'anno a cui da Fabio Pittore, che narrava dei due Gemelli, o da qualsiasi altro annalista, furono assegnate le azioni eli codesti personaggi. La menzione di una sacra ambasceria in Grecia nel 293 non contiene assolutamente nulla di strano. Molto primadi questo termine gli Etruschi avevano inviate sacre teorie a Delfo,
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e non vi sono in fondo ragioni tali che infirmino la notizia: che, dopo la presa di Veio, i Romani avessero fatto lo stesso; tanto pių che sul finire del IV secolo qualche nave romana percorreva mari e coste greche. (*) Tuttavia č chiaro che codesto arrivo a Roma del serpente e della pietra di Esculapio si intenderebbe assai meglio ove si supponesse avvenuto non innanzi alla prima resa di Taranto ed alla morte di Pirro (272 a. C.) La guerra contro Pirro aveva infatti avuto per conseguenza di mettere Roma in relazione con i pių potenti stati ellenici. Tolomeo Filadelfo nel 273 inviava un'ambasciata ai Romani, che circa tre anni dopo, entravano in relazione con la greca Apollonia posta ai confini dell'Epiro. (2) La circostanza che le gesta di L. Papirio e Sp. Carvilio del 293 sono in parte quelle che ritroviamo nel 272, e che nel 265, durante il terzo consolato di Fabio Gurgite, si discorre in modo affatto stereotipato di quella pestilenza che nel 293 a. C. avrebbe suggerito l'invio di una legazione ad Epidauro, parrebbe favorire l'opinione che le imprese degli Oguhn siano state del pari anticipate di un ventennio, sia che si parli della introduzione di questo culto ellenico oppure della lupa allattante i Gemelli, o che si discorra della quadriga nella quale il Giove dal tipo greco fu sostituito al Vulcano-Summano del pių vetusto artefice veiente.
A simili conclusioni parrebbero recare conferma anche i fatti che pure nel 293, dopo la presa di Aquilonia e di Cominio, stando
(*) Sulla sacra teoria a Delfo dopo l'assedio di Veio, v. s. p. 37 sgg.; su quella dei Ceriti fino dal VI secolo, v. Herodot. I, 167. Intorno alle navi romane, che, secondo Teofrasto, sarebbero andate in Corsica, v. s. p. 139, n. 1; sui lamenti che Demetrio Poliorcete verso il 290 esprimeva intorno alle piraterie romane v. s. p. 296, n. S.
{2) Liv. ep. XIV sq.; Val. Max. IV, 3, 9; Iust. XVIII, 2, 9; Zonar. Vili, 6.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (642/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi pių antichi alla fine delle guerre puniche
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