Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL* INTERV. DI PIRRO.
      alla medesima versione liviana, si dice trasferito dalla Grecia il costume di assistere coronati ai giuochi e di donar palme ai vincitori, e che al 305 fu attribuita l'erezione del colosso di Ercole sul Campidoglio. Codesto colosso, avemmo già occasione di constatarlo, è quello medesimo che altre redazioni rammentavano per il 293 o meglio per il 272. (*) L'usanza delle palme e delle corone, che male si riconnette con la conquista di barbare ed interne città sanniti-che, ove non si voglia mettere in rapporto con la resa di Taranto avvenuta nel 272 sotto quei consoli, che sono gli stessi ricordati per il 293, non fu anteriore alla conquista od alla liberazione che dir si voglia di Turi (286-282 a. C.); da Turi infatti pervenne a Roma il costume di far correre i cavalli nei ludi del Circo. (2) Tutto fa-
      (*) V. s. p. 583, xi. 1.
      (2) Le parole di Livio, X, 47, 3: 14 eodeni anno coronati primnm ob res bello bene gestas ludos Romanos spectarunt palmaeqne tum prillili ni translato e Graecia more victoribus datae, „ che non potrebbero mettersi in rapporto con la conquista di città come Aquilonia e Cominium, sarebbero meno oscure ove, nelle ignote sannitiche Erculaneum e Velia, rammentate fra le conquiste del 293, Liv. X, 45, 8, si riconoscessero invece città della Magna Grecia. Il modo con cui Livio parla di codeste località accenna con tutta certezza a città sannitiche, v. s. p. 442, n. 1. Tuttavia va ricordato che la fonte di Livio pare abbia realmente fra loro confuse le gesta del 293 e del 272 (cfr. s. p. 541 sg.; p. 582, n. 1). Certo Pesto fu fatta colonia romana nel 273. Eraclea sul Siris contrasse, è vero, un trattato assai favorevole con Roma al tempo di Pirro, Ciò. prò Balbo7 22t 50 si faceva il nome di Fabricio) ma Tanno non era ben certo v. oltre p. 599, n. 1; ma anche Neapolis che concluse appunto un trattato favorevole di questo genere, Cic. prò Balbo, 22, 21, cfr. Liv. VIII, 26, 6, fu nondimeno obbligata ad arrendersi con Tarmi così come si dice di Hercnlaneuin, (v. s. p. 568
      Lasciamo pur da parte se Herculaneum ricordata per il 293 sia Eraclea presso al Siris, la quale sia stata al caso confusa con una città sannitica (così come essa lo fu realmeute con Herculaneum della Campania, Flor. I, 13 (18,), 7; Oros. IV, 1, 8), o se sia invece uua località sannitica, la quale traesse il nome suo dalla via Eraclia (così come certo vi era una relazione fra il nome di questa via e quello della città Italiota; la notizia del Pseudo Aristotele, de mirab. ause. 97 (93) cfr. s. p. 439, il. 1 fin., si riferisce iufatti a Pandosia poco distante da Eraclea sul Siris). A noi giova piuttosto notare come, stando a Tacito, ann. XIV, 21, giunsero a Roma, 14 a Thuriis equorum certamina, „ vale a dire 1 usanza dei a desultores „ Liv. XLIV, 9, 4, ossia un'istituzione avente relazione anche con il celebre ordinamento della cavalleria detta tarautina, da cui derivò anche ideilo della più antica cavalleria romana (v. oltre . Con codesto costume


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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