Storia di Roma di Ettore Pais

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      cap. vili. - dalla resa di napoli all' interv. di pirro.
      della legge Ortensia i plebisciti acquistarono valore per tutti i Quiriti. Le dediche degli Ogulni parrebbero anzi avere relazione con la pestilenza del 265 a. C. ed essere avvenute in un tempo meno lontano da quello in cui Fabio Pittore, il più antico annalista, e forse il primo espositore delle gesta di tal gente, cosi strettamente collegate con quelle della sua famiglia, accolse il mito greco dei Gemelli allattati dalla lupa. Altre circostanze, ossia che agli Ogulni furono pure attribuite per il 296 opere compiute solo nel 174 a. C., e le anticipazioni sopra notate sulle gesta di Appio Claudio, ci farebbero invece propendere per l'opinione che nella narrazione liviana vi sia l'eco di un annalista molto più recente.
      Qualunque sia del resto il risultato a cui sia lecito pervenire circa l'anno preciso in cui sarebbero avvenute le dediche degli Ogulni, è evidente che per determinare con esattezza la data dei più antichi monumenti di codesta età, gli antichi non disponevano di elementi sufficienti. Ciò provano chiaramente non solo le indicazioni assai dubbie intorno alla statua colossale di bronzo che rappresentava Ercole, posta davanti al Campidoglio, (*) ma anche quelle intorno al tempo ed al luogo in cui a Roma si sarebbe esposto il più antico orologio. (2) L'esitazione degli scrittori nel l'affermare qualedesto genere, per l'età di cui discorriamo, rivelano l'anticipazione di ciò che fu compiuto molto più tardi, o di ciò che, per lo meno, non avvenne prima dei tempi di Pirro (v. s. p. 557 sgg.)
      (1) V. s. p. 583, n. 1.
      (2) Censor. d. d. n. 23. 6: * quorum antiquissimum quod fnerit inventu difficile est: alii enim apud aedem Qnirini primum statntum dicunt, alii in Ca-pitolio, nonnulli ad aedem Dianae in Aventino Fabio Vestale, apd Plin. XH. VII, 213, affermava che il più antico orologio era quello che aveva dedicato L. Papirio nel tempio di Quirino nel 293; cfr. s. p. 581, n. 1.
      Quanto si dice sulle dediche vale anche per le pitture. Le più antiche che paiano riferirsi a questo tempo, sono quelle nel tempio della Salute, di Conso, di Vertumno sopra ricordate, v. p. 576 sgg. eppoi quelle che rappresentavano M\ Valerio il vincitore di Ierone, che la sua vittoria fece dipingere nella curia,
      Plin. XH. XXXV, 22; cfr. Sch. Bob. in Vatin. p. 318 0.
      Ciò che si afferma sulle pitture di Ardea, Plin. XH. XXXV, 145, non può esser riferito ad età molto antica, dacché nei versi ivi citati, se anche non v'è un accenno all'Asia, la stessa lingua testimonia tempi non anteriori alle guerre puniche; ed a tempi relativamente recenti conviene pure la cittadinanza romana


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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