Storia di Roma di Ettore Pais

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      CRITICA DELLE NOTIZIE RELATIVE AI MONUMENTI.
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      Con quanta cautela il critico avveduto, debba valersi di quelli che parrebbero essere i più antichi documenti della storia romana ci insegnano le più vetuste epigrafi degli Scipioni. Da esse apprendiamo come le guerre sannitiche fossero state narrate in modo opposto a quello accolto dalle tradizioni che finirono per diventare ufficiali. Esse ci mostrano anzi come solo in età posteriore, si pensò ad erigere monumenti a personaggi vissuti durante quelle lotte. (*)
      Servio monumenti della repubblica, rispondono in fondo a quelli di Demetrio Falereo, che in base a monumenti appartenenti a personaggi e ad età diversediscorreva dell'agiatezza di Aristide, Plut. Arist 1; cfr. Koehler, ad CIA. II, 3,
      %
      n. 1257. E anche il caso di pensare all'orazione di Olimpia che Aristotele apd Plut. Li/c. 1, faceva coevo del mitico Licurgo. Ma a quanti errori di questo genere non vanno incontro assai di frequente anche nell'età nostra archeologi assai accurati? Quanti monumenti italici attribuiti oggi al secolo Vili e IX, non verranno forse un giorno assegnati al VI ed al V?
      Intorno all'opposte interpretazioni ricavate dalle dediche dei Cassi v. s.
      parte I, p. 506 sg.
      (1) È appena necessario ricordare che il più antico elogio degli Scipioni, di cui abbiamo già discorso (v. s. p. 426), che rammenta le pseudo gesta del 298 a. C., per concorde opinione dei filologi più competenti, fu inciso molti anni dopo.il tempo di cui esso fa ricordo, v. Ritschl, opusc. IV, p. 222. Forse tale inscrizione non fu incisa prima della seconda guerra punica, Woelfflin, rev. d. pliilol. 1890, p. 122. Analoghe osservazioni vanno formulate a proposito della colonna rostrata. Che l'esemplare che noi oggi possediamo sia di età recente è risaputo. Solo può discutersi se con il Mommsen, CIL. I, p. 40, ed il Ritschl, opusc. IV, p. 204, debba attribuirsi all'età Claudiana, ovvero con il Woellflin, atti d. Acad. di Monaco, 1890, p. 295, a quella di Augusto. Il Woelfflin crede che la copia attuale sia una fedele riproduzione del più antico monumento, laddove il Mommsen pensò ad una falsificazione fatta da chi aveva presente l'inscrizione rammemorante la vittoria navale di L. Emilio Regillo su Antioco, Liv. XL, 52, 5 ad a. 179 a. C.
      Va inoltre tenuto conto della frequenza con cui i monumenti della più antica Roma furono distrutti, rimossi o sostituiti da altri. Di oggetti consacrati tolti dal Campidoglio si discorre di già per il 179, Liv. XL, 51, 3. Delle statue esposte nel Foro e rimosse dai censori del 158 a. C. parlava Calpurnio Pisone apd Plin. XII. XXXIIII, 30, e di quelle dedicate nell'età sannitica, levate dal Comizio al tempo di Siila fa pure menzione Plinio, XII. XXXIIII, 26. Cospicuo esempio di monumenti rovinati o distrutti porge quanto si narra a proposito della colonna rostrata innalzata nel Campidoglio, in seguito alla vittoria navale del 255 a. C. al capo Ermeo, ossia cinque anni dopo la vittoria di M. Duil-lio, e che nel 172 a. C. fu: u ad ini uni fulmine discussa, „ Liv. XLII, 20. Così Catone, apd Fest. p. 241 M, s. v. probrum, accennava di già a documenti cu-


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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