Storia di Roma di Ettore Pais
606 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL' INTERV. DI PIRROal tempio di Castore e Polluce nel Foro. A Q. Marcio, in seguitò alle vittorie riportate nel 306 sugli Ernici e sui Sanniti, si dice venisse innalzata una statua equestre; ma non è esclusa la via al
ed anzi in tre, e per tre diversi anni, era rammentata la guerra contro Yeio e Fidene (v. s. p. 20 sgg.) Anzi nella stessa dichiarazione che i legati furono fatti uccidere dal re dei Veienti durante una guerra contro i Fidenati, chi bene osservi, scorge le traccie della fusione di due versioni, che tale uccisione collegavano con l'uno ovvero con gli altri. Yeio pare sia stata realmente conquistata qualche tempo prima dell'invasione gallica; Fidene invece, sebbene si dica presa varie volte prima di allora, nel fatto era ancora indipendente dopo la catastrofe gallica i\. s. p. 20 sgg.ì Se pertanto le statue dei quattro legati od oratori vennero poste sui Rostri, è lecito pensare si glorificasse un fatto non molto anteriore al 318 od al 314 in cui quei monumenti vennero innalzati (v. s. p. 516; 545) E con tal data più recente si concilierebbe il carattere plebeo dei due legati. Ad ogni modo l'uccisione degli ambasciatori per opera dei Fidenati pare essere stata attribuita al 438 cosi come al 394 si assegnò quella resa di Falerì che ricompare per il 241, così come per il 426 ed il 356, nelle guerre contro Fidene, Tarquim ed i Falisci, ricompare allo stesso modo il medesimo tratto dei serpenti (v. s. p. 31, n. 2). Aualoghi pensieri suggerisce quella statua di Yortumno all'imboccatura del vico Tusco, che fece nascere la leggenda dei Toschi condotta a Roma sino dal tempo di Porsenna o di Servio Tullio e di Clelio Yibenna, Yarr. d. I. L. Y, 46; cfr. Fest. p. 355 M. Ancor più opportuno al caso nostro è rammentare come vi sieno indizi i quali facciano dubitare che verso la metà del IY secolo, anziché nel V secolo, sia vissuto quel Cosso che avrebbe ucciso il Yeiente Toluuinio, v. s. p. 192, 1.
Il particolare che collegava la morte degli ambasciatori con l'ordine equivoco dato da Tolumnio durante il giuoco, fa supporre vi sia stata un'interpretazione di una cerimonia sacra, simile a quella che figura nella storia del trionfo di Romolo o di Camillo sui Yeienti (v. s. p. 39 sgg.) Rilevammo di già come la menzione di Tolumnio, e del veiente Ratuniena si colleghino costantemente con i giuochi (v. s. p. 23», e come forse sia il caso di pensare ai giuochi romani nel Circo Massimo. In tali giuochi originariamente si rappresentavano scene di guerra (ciò è detto espressamente da Liv. XL1Y. 9, 3; si pensi del resto anche al posteriore ludo troiano, alle battaglie dei gladiatori ed alle naumachie) e con essi si collegava la scena della morte di Tarquinio ivi ucciso e seppellito Chron. a. 354 = Suet. veli. p. 320. Reiff , ovvero dell'ordine che costui soleva dare di cominciare i giuochi (v. Polem. Silv. ad d. VII, Ian.ì, e quella della morte del pseudo console Tullio del 500 a. C. (Dion. Hal. Y, 57, cfr. s. parte I, p. 325; 337). La presa o la morte dei re vi aveva forse quella parte che esse vi ebbero poi ed hanno tuttora nei giuochi medioevali delle carte e degli scacchi scaccomatto). Cosi per quel che pare, ogni anno, il dì delle Consualia il 21 Agosto\ si facevano quei ludi che ricordavano il ratto delle Sabine, Yarr.
d. /. L. VI, 20; Liv. II, 18; cfr, anche Cic. prò Piando, 12, 30.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (653/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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