Storia di Roma di Ettore Pais
CRITICA DELLE NOTIZIE RELATIVE Al MONUMENTI.
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dubbio se un tal monumento sia stato dedicato qualche decennio dopo, ossia verso il 288 a. C.(x) Con altrettanta ed anzi con maggior prudenza, vanno poi esaminati come è noto, i monumenti dell'età
Considerando nel complesso tutte codeste notizie sui ludi del Circo e sull'origine etrusca che loro si assegnava, come sulla leggenda dei ludi ai quali avrebbe preso parte il re Tolumnio, occorre alla mente la vecchia leggenda raccontata db Erodoto, I, 94, sui Tirreni, i quali, allorquando dalla Lidia giunsero nella Etruria, avrebbero inventato il giuoco dei cubi e degli astragali. Che la leggenda erodotea sull'origine lidia Etruschi, prima della critica che ne fece la fonte di Dionisio, I, 28 sqq., abbia trovato fortuna fra i Romani (soprattutto per mezzo di Timeo?; è noto. Che essa sia penetrata nel campo della pseudo storia antica apprendiamo dalla spiegazione del trionfo veiente di Romolo collegato con il proverbio * Sardi venales, „ v. Plut. q. R. 53 (v. s. p. 38, u. 4; 42; cfr. parte I, p. 237, n. 4;. Si comprende quindi come l'etimologia dei u ludio-nes „ felle avevano parte tanto nei ludi romani, Liv. VI, 2, 4, quanto nelle pompe etnische; si solesse derivare dall'origine lidia degli Etruschi, App. Pan. 66.
Abbiamo già esposto (v. s. p. 372, n. 3) il dubbio che le statue di L. Furio e di C. Menio anziché verso il 338 siano state innalzate od anche dopo il 314 negli ultimi anni delle guerre sannitiche. La circostanza che erano equestri l'avvalora, v. n. sg. Simili sospetti si possono forse formulare anche sull'età della colonna Maenia. I u rostra „ quale ornamento di monumenti ricordanti vittorie navali, a parte l'età della Nike di Samotracia, compaiono ancora prima che nelle monete di Demetrio Poliorcete (v. s. p. 372, n. 3). II rostro che si vede però sotto la statua di Paionios anziché quello di una nave è, per quello che sembra, il becco dell'aquila, che sottostava alla statua della Nike, (v. Studniczka, die Siegesgoettin negli Jahrbuecher f. d. class. Altertum (1898), p. 392 sg., taf. V. l) Livio, IX, 43, 22, e Plinio, XH. XXXIV, 23 'cfr. Cic. Phil. VI, 5, 13)
si trovano d'accordo nell'afFermare che davanti al tempio di Castore e Polluce fu posta la statua di Q. Marcio Tremulo, il vincitore degli Ernici. Tale notizia parrebbe trarre valore dalla circostanza che nel 304, Liv. IX, 46, 15. Q. Fabio Rul-liano Massimo avrebbe istituito la 44 transvectio equitum „ degli Idi di Quintile. Tuttavia, a chi ben consideri, ognuna di queste notizie è in parte sospetta. Anche ammesso che il tempio di Castore e Polluce nel Foro sia sorto in questi anni, non è provato che ciò sia avvenuto proprio verso il 306-304, dacché, ove anche la notizia di Strabone, V, 232 C, che si riferisce a Demetrio Poliorcete contenga, come pare, un dato autentico, ciò ci conduce, forse, verso il 290, anziché ad anni auteriori (v. s. p. 296, n. 3). Inoltre Livio con le parole: u ab eodem institutum dicitur, ut equites idibus Quinctilibus transveherentur, „ accenna ad una tradizione non accolta da tutti gli annalisti. Nè ciò sorprende, dacché egli qui registra la notizia falsa che Fabio Rulliano ebbe il cognome di Massimo per aver fatti inscrivere i liberti nelle sole quattro tribù urbane, mentre come, abbiamo già fatto più volte notare, da Polibio, III, 87, 6, si ricava che codesto cognome ebbe per primo Fabio Cnnctator Verrucosus, (v. ad es. s. p. 571). La
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (654/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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