Storia di Roma di Ettore Pais
608 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL* INTERV. DI PIRRO.
angustea, ove in forma succinta si ricordano le gesta di alcuni dei personaggi, i quali, come Appio Claudio Cieco e Q. Fabio Rul-liano, vissero al tempo delle guerre sannitiche. Tali monumentinotizia clie la 14 transvectio „ della cavalleria fu istituita da Fabio Rulliano sta in qualche rapporto con l'altra: che egli a cavallo si recò sul campo dei nemici, Oros. Ili, 22, 8. Ma Fabio a Verrucosus, Cunctator „ fu pure colui che, per primo, ottenne di recarsi a cavallo come dittatore, Plut. Fab. 4.
D'altra parte è ovvio mettere in rapporto l'indicazione della statua equestre di Q. Marcio con quelle sull'origine recente della cavalleria romana.
Dall'u inedit. Vat. „ dell'Arnim, Hermes, XXVll (1892), p. 121, sappiamo infatti che essa fu organizzata solo al tempo delle guerre sannitiche. Ma se questo, come tutto fa credere, è vero, e se la cavalleria campana in ciò ebbe la sua efficacia, come altre ragioni fanno pensare, è ovvio credere che si sia compiuto piuttosto verso gli ultimi che verso i primi anni di tali guerre. A ciò conduce anche la circostanza che l'antichissimo ordinamento della cavalleria romana dei u desultores „ (v. Paul. ep. Fest. p. 221 M, s. v. a paribus equis „; Gran. Licin. p. 5 Bonn.) strettamente connesso con il culto di Castore e Polluce, (Hygin. fab. 80; Gran. Licin. /. c. cfr. il tipo delle monete, Babelon, op. cit. I, p. 161; II, 191), si collega con la cavalleria tarantina (v. ad es. Liv. XXXV, 28, 8) fiorente soprattutto nel IV secolo, ma ricordata naturalmente anche per il tempo della guerra contro Pirro, Dion. Hal. XX, fr. 1. Il che è sempre più confermato sia dalle monete di Suessa Aurunca della fine del IV o del principio del III secolo, (imitanti talora anche il tipo nell'Ercole impresso nelle monete della tarantina Eraclea sul Siris) Gabrucci, le mon. d. Hai. aut. tav. LXXX1I, n. 33 sgg., Head, hist. num. p. 35),come in fondo dal tipo dei più antichi denari di argento aventi impressi i Dioscuri (Babelon, op. cit. I, p. 39) sgg., che ricompaiono in simile modo nei nummi dei Bruzzì, che dalle medesime città della Magna Grecia accolsero tale culto, Head. op. cit. p. 77 (la cavalleria tarantina del resto non solo fu imitata da vari stati greci ma persino dai Cartaginesi, v. Liv. XXIII, 29, 5). La derivazione da Turi degli 14 equorum certamina „ nel Circo ci è attestato da Tacito, ann. XIV, 21, ed in ciò, come già dicemmo, v. s. p. 596, 11. 2, pare ovvio riconoscere il primo accenno a quello dei u desultores „ ricordati da Livio, XLIV, 9, 4.
Nel caso nostro non ha in fondo gran peso la circostanza che le gesta erniche del 306 ricompaiono per il 304 così come quelle contro gli Equi per il 304 si riproducono verso il 302 e seguenti v. s. p. 524 sg. E degno invece di nota che Calpurnio Pisone apd Liv. IX, 44, 4, saltava il consolato di Q. Marcio e P. Cornelio, che ricompare nel 288 a. C.
Tutto sommato la notizia sulla statua equestre di Q. Marcio Tremulo si comprenderebbe ove venisse messa in rapporto con il consolato di costui per il 288 anziché per il 306. Un'ulteriore conferma a ciò verrebbe dalla circostanza che anche la dedica del colosso di Spurio Carvilio, che sta pure in relazione con le guerre sannitiche, o meglio con la tarentina, fu riferita al 305, sebbene da altri fosse attribuito al 293 o meglio ancora al 272, v. s, p. 583, n. 1. Del resto
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (655/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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