Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAUSA DELLE REDAZIONI DIVERGENTI OD OPPOSTE.
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      cazioni ci insegna che, mentre alcuni racconti attribuivano ad un dittatore la condotta della guerra, altre ignoravano affatto l'esistenza per quell'anno di codesto magistrato. Viceversa, chi parlava delle gesta di un dittatore, taceva di quelle dei consoli, o magari non ricordava nemmeno il nome di costoro. Àgli annalisti meno vetusti, ai quali spettava il non facile compito di coordinare i divergenti racconti, non si presentavano altre soluzioni: che saltare alcuni di codesti magistrati, ovvero entrare nella via delle conciliazioni, supponendo, ciò che teste notammo, che i magistrati eponimi, che non si credeva avessero condotta la guerra, fossero rimasti a Roma trattenuti da cure civili o da infermità, ovvero che i dittatori fossero stati nominati solo per ragione dei ludi o di sacre cerimonie. Inoltre, traendo più o meno deliberato partito del fatto che nei tempi più antichi i consoli erano più comunemente chiamati pretori, si suppose che mentre quelli che si dicevano consoli si erano recati nel campo di battaglia, i secondi, ove non avessero combattuto sotto gli auspicidei consoli stessi, fossero rimasti nella Città per amministrare la
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      giustizia fra i privati. L'annalista Calpurnio Pisone, il quale viveva all'età dei Gracchi, e che pare ponesse cura speciale a purgare come meglio sapeva la più vetusta storia romana dai frequenti disordini cronologici, si appigliava certo al più radicale di questi procedimenti allorché saltava i consolati del 307 e del 306 a. C. Il primo di essiDi buon'ora, al tempo delle stesse origini della storiografia si dovettero infatti compiere falsificazioni di codesto genere. Se per l'anno 298 a. 0. i Fulvi e gli Scipioni attribuivano ad un proprio antenato le gesta di quell'anno o le capovolgevano, ciò difficilmente va disgiunto, io credo, dal fatto che verso il 205 a. C. i Fulvi erano rivali degli Scipioni, v. Liv. XXVIII, 45. Ma se di Catone è detto: u cum imperatorum nomina annalibus detraxerit, enm qui fortissime proeliatus esset in Punica acie Su rum tradidit vocatum altero dente mutilum cioè l'elefante detto Siro), „ Plin. NH. Vili, 11, in ciò non v'è il desiderio di accostarsi al modello degli antichi annali, come il Niese, I. c. pensa, dacché Catone ci teneva all'opposto a dichiarare in modo esplicito, che la sua opera storica era scritta in modo diverso da quello degli annali, v. Cat. apd Gell. NA. II, 28, 6: 4 non lubet scribere quod in tabula apud pontificem maximum est qnotiens annon cara cet. „ Catone ricordava il nome dell'elefante valoroso e taceva il nome dei duci appunto perchè intendeva reagire contro le spudorate invenzioni delle memorie domestiche già registrate negli annali del III secolo.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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