Storia di Roma di Ettore Pais
616 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL 1NTERV. DI PIRRO.
non pare infatti diverso da quello del 296, in cui ad Appio Claudio ed a L. Volumnio si assegnano le medesime gesta. E per il 306, in cui si trova il nome dei consoli, che ricompaiono poi nel 288, i Fasti ricordano un'oziosa dittatura di un P. Cornelio Scipione. (x) Mezzi molto più blandi erano invece usati da quegli scrittori, i quali, mirando a conciliare liste differenti, e pur dovendo necessariamente riferire il nome od i nomi dei duci, alcuni dei vari pretendenti riducevano alla condizione di semplici legati, i quali avrebbero combattuto sotto gli auspici dei primi. E così, per limitarci al periodo che esaminiamo, il console Postumio, che, stando a differenti versioni, sarebbe stato console nel 294 e nel 291 in cui prese Venosa, ovvero che nel 294 avrebbe compiuto ciò che si attribuiva al consolato di lui del 291 a. C. od al console del 293, nel 293 sarebbe diventato legato consolare; ed in tal modo si affermava avesse evitato quel processo da cui lo si dice minacciato o condannato nel 294 e nel 291. (2) Così si riconnettono con un fatto originariamente unico la dittatura, il consolato e la legazione di un Cornelio nel 322, nel 321
v1) Liv. IX, 44; cfr. s. p. 525 sgg. Il dittatore P. Cornelio Scipione a cui veniva dato per maestro dei cavalieri un P. Decio avrebbe atteso solo a presiedere i comizi cousolari: * quia neuter consultili) potuerant bello abesse „. Ma ciò avviene appuuto nell'anno 806, per il quale Calpurnio Pisone saltava il consolato di un altro Cornelio e di Q. Marcio che avrebbe guerreggiato contro gli Eruici ed i Sanniti. Tutto fa credere a duplicità^di versioni. Si aggiunga che un Cornelio od un Decio compaiouo uiiiti nel 343 a. C., Liv. VII, 34. Che se qui Decio è solo u tribuuus militimi „ ma va dimenticato che in più di un caso, di cui qualcuno notiamo qua e là in queste pagine, vi fu scambio fra tribuui militari e consoli, e che da ciò trae origine la confusione che si trova talora fra vari collegi di u tribuni militum consulari potestate „ o di consoli dal 444 al 392.
A risolvere problemi di questo genere non basta credo il semplice criterio di somme e di sottrazioni adoperato dal Muenzer, die Zeitrechnung des Anna-listen Piso nelP Hermes, XXXI (1896), p. 308 sgg. Quauto ci sia di vero nel-l'affermazione sua e di altri critici: * Zu dem Sichersten und Aeltesten, was wir ueberhaupt in der L^eberlieferung ueber aeltere roemische Geschichte besitzen, eeh oeren schiesslich doch die Consularfasten, „ il lettore avrà modo, fra non molto, di constatare per ogni singolo caso nel volume di complemento a questo. Ciò che ho però qua e là osservato anche in queste pagine credo dia un saggio poco edificante della sicurezza di codesta * cittadella „ della tradizione.
2 Dion. Hal. XYII-XYIII, 4 sq.; Liv. X, 37, 12; 46, 16; cfr. s. p. 576 sgg.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (663/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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