Storia di Roma di Ettore Pais
62-t CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL'lNTERV. DI PIRRO.
il primo plebeo che giunse all'onore del consolato. Ove fosse esistita, una tale versione non sarebbe strana, trattandosi di un personaggio a proposito del quale gli antichi affermavano che gli erano toccati due onori non prima conseguiti da altri: ossia la proroga dell'imperio, (il primo proconsolato), ed il trionfo dopo che i termini dell' " imperium „ erano spirati. (*) Questa versione, a parte se sia stata realmente esposta, starebbe in piena opposizione con quella: che per effetto delle leggi Licinie Sestie sino dal 366 sarebbe stato eletto un primo console plebeo. Essa troverebbe però conferma nel fatto che nei Fasti Consolari si torna a far menzione di collegi di consoli patrici per il 349 per il 343, ed anzi si accorderebbe con la notizia: che ancora al tempo di Appio Claudio (296 a. C.) i patrici avrebbero cercato impedire ai plebei di conseguire la somma magistratura curule. (2) Quest'ultima informazione si presenta infatti come assurda ove sino dal 366 i patrici avessero avuto incontestato diritto di ottenere permanentemente una delle due cariche consolari. Ma ove anche si fosse disposti ad ammettere l'esistenza di una tradizione, secondo la quale Publilio Filone sarebbe stato il primo plebeo a raggiungere la pretura, intesa come la suprema carica curule, non dobbiamo dimenticare che a proposito di questo personaggio si affermava che avesse proposto che ambedue i censori potessero essere scelti fra i plebei (così come i pseudo plebisciti Gemici approvati tre anni innanzi, avrebbero concesso ai plebei i due uffici di console) e che i plebisciti avessero valore per tutti i Quiriti, infine che il senato avesse diritto di esporre il suo parere prima
Liv. Vili. 26, 7: u duo singularia haec ei viro priinuni eontigere: prorogalo imperii, non ante in ullo facta, et acto honore triumphus „.
(2) Nel 339 a. C. sono consoli L. Furio, Appio Claudio, nel 343 M. Valerio, A. Cornelio; nel 323 C. Sulpicio, Q. Emilio, ma /litri in luogo di Emilio davano il plebeo Aulio, Liv. VIII, 37; (cfr. Chron. a. Fast. Jlydat.; Chron. Pascli.), od Elio Diod. XVIII, 26; cfr. Cassiod. ad a.) Il console Sulpicio, che avrebbe cercato impedire a Publilio di diventare questore fa pensare ai Sulpici, che compaiono colleghi dei primi consoli plebei, cfr. s. p. 136 sgg. Per altri lati però il consolato di C. Sulpicio e di P. Elio Peto nel 337 ricorda il consolato di C. Sulpicio e M. Petelio del 314, in cui, come nel 337, ha luogo la stessa guerra contro gli Aurunci, Liv. Vili, 15; IX, 25, v. s. p. 246.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (671/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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