Storia di Roma di Ettore Pais
628 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL'INTERV. DI PIRRO.
premazia sacerdotale. II processo evolutivo, per cui nell'età nostra la potestà civile si andò man mano emancipando dalla ecclesiastica, ebbe luogo a Roma non meno che negli altri Stati dell'antichità. Codesto processo, che la tradizione dice avvenuto al tempo di Appio Claudio e di Gneo Flavio, ma che poi, in contraddizione con se stessa, presuppone compiuto al tempo della cacciata dei re o del decemvirato, come tutte le rivoluzioni di codesto genere, si andò svolgendo assai lentamente. Se nel 242 si creò un secondo pretore, perchè uno dei consoli, essendo flamine diale, era stato impedito dal pontefice massimo Cecilio Metello di lasciare Roma, e se il fatto identico si ripetè nel 189 rispetto al pretore Q. Fabio Pittore per opera del pontefice massimo Licinio Crasso, (x) nondimeno nel 209 il flamine diale per far parte del senato dovette invocare un vecchio diritto di cui si era perduta memoria e che gli fu a mala pena riconosciuto. (2) E solo nel 212 si scelse per la prima volta un pontefice massimo, il quale, contro la consuetudine tenuta da 120 anni, non avesse ancora coperto cariche curuli. (3) Nel 159 a. C. assistiamo ad una lotta fra il potere civile e religioso. È vero che il pretore Tre-mellio accusato di essersi poco rispettosamente condotto verso il pontefice massimo fu punito con multa; (4) ma pochi anni dopo,
l) Liv. ep. XIX: * Caecilius Metellus pontifex maximus A. Postumiuiu eonsuleni, quoniain idem et flanien Martialis erat, cum is ad bellum gerendum proficisci vellet, in urbe tennit nec passus est a sacris recedere „; Liv. XXXVII, 51: ~ certame» inter P. Licinium pontificeni maximum fuit et Q. Fabi uni Pi-ctorem flaminem Quirinalem, quale patruni memoria inter L. Metellum et Po-stumium Albinum fuerat cet. „ Nel sorgere dell'impero, sotto l'azione di una reazione e di un artificiale ritorno al passato, si richiamò in vigore codesta legge e si citò quest'antico esempio, v. Tac. ann. III, 71.
(2) C. Valerio Fiacco flamine Diale, essendo entrato in senato, ed essendone stato allontanato dal pretore C. Licinio, ricorse ai tribuni della plebe invocando a favor suo il: * vetustum ius sacerdotii ^.'Alla sua volta il pretore: u non exsoletis vetustate annalinm exemplis stare ius, sed recentissimae cuinsque consuetndinis usu volebat: nec patrum nec avoruin memoria Dialetti quemquam id ius usurpasse, „ Liv. XXVII, 8, 7. I tribuni della plebe vennero ad una transizione tra il fatto ed il diritto; e sebbene notassero: * rem inertia flaimnum obliteratali!, „ con plauso generale (cosi si dicej introdussero il flamine in senato grazie alla vita virtuosa di lui.
(3 Liv. XXV, 5, 14. Su questo passo v. oltre p. 630, n. 3.
v Liv. ep. XLVII: " Gn. Tremellio praetori multa dieta est, quod cum
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (675/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Roma Stati Appio Claudio Gneo Flavio Cecilio Metello Roma Fabio Pittore Licinio Crasso Tre-mellio Liv Caecilius Metellus Postumiuiu Martialis Liv Licinium Fabi Pi-ctorem Quirinalem Metellum Po-stumium Albinum Valerio Fiacco Diale Licinio Dialetti Liv Liv Codesto Tac
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