Storia di Roma di Ettore Pais

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      630 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL' INTERV. DI PIRRO.
      ritas „ rispetto alle leggi da votarsi, questa lotta fra i poteri civili era già iniziata. Se stiamo ai dati della stessa tradizione, in questo tempo si compì la divisione delle attribuzioni civili fra i pretorim
      (t>ssia i consoli) ed i pontefici, sia rispetto al calendario sacro e civile, sia rispetto all'amministrazione del diritto civile, di cui quella parte che si riferiva all'antico stato patricio rimase in mano dei sommi sacerdoti. (*) Ed ove si prescinda da quelle ineguaglianze cronologiche, che involgono tutto il periodo storico di cui ci occupiamo, non pare casuale che verso questo tempo, fra il 304 ed il 300, o qualche anno dopo, si sia pubblicato il calendario civile e religioso, (2) si siano rese note, o meglio, si siano create le formule giudiziarie delle " legis actiones, „ si sia accordata ai plebei la partecipazione alle più alte cariche sacerdotali, ed anzi si sia regolata la funzione dei pontefici nel senato. Codeste riforme che
      (*) Che durante la guerra civile sillana a. 82 a. C. da Mario iuniore venisse dato ordine di uccidere il pontefice Massimo Q. Mucio Scevola, che fu colpito nello stesso vestibolo del tempio di Vesta, Liv. ep. LXXXVI; Vell. II, 26. App. b. c. I, 88, non reca grande sorpresa. Ma è oltremodo caratteristico che alla successione del Flamine Diale Cornelio Menila, vittima egli pure delle ire civili, non si sia provveduto per ben settantacinque anni, Tac. ami. III, 58; cfr. Vell. II, 22; App. c. I. 74.
      (2) Rispetto al tempo ed alla natura della compilazione del calendario sacro discorro nel voi. di complemento.
      (3) Le parole di Liv. XXV, 5, 4: tf hic (/. e. P. Licinius Crassus) senes honoratosque iuvenis in eo certamine vicit. ante hunc intra centum anuos et viginti nemo praeter P. Cornelium Calussam pontifex maximus creatns fuerat, qui sella curuli non sedisset „ si presterebbero all'ipotesi che solo 120 anni prima del 212, ossia nel 332, si fosse creato il primo pontefice massimo, che avesse anteriormente coperto una carica curule, ed anche che i fasti dei pontefici giungessero solo sino a quell'anno. Il P. Cornelio Calussa qui rammentato ci è ignoto. Per il 304 è poi ricordato come pontefice massimo un Cornelius Barbatus, Liv. IX, 46, 6. Se questi due nomi si riferiscano o no ad una sola persona, non abbiamo modo di definire. Abbiamo invece modo di constatare come tutti i nomi dei pontefici massimi anteriori a quelli del 332 e del 304, siano o dubbi o falsi. Primo pontefice della repubblica si dice un Papirio; Dion. Hal. Ili, 36, ma questo fa pensare al Papirio primo re sacrificulo nel 505, Dion. Hal. V, 1, al Papirio vissuto al tempo dei re o nel 111 secolo Pomp. apd Dig. I, 2, 2, 5; 36. Un Papirio figura come pontefice massimo al tempo della caduta del decemvirato, Ascox. in Cornei. p. 77. Senonchè la versione nota a Livio, III, 54, 5, per quest'anno ricordava un Furio. Per il 431 si fa menzione di un A. Cornelio pontefice massimo,


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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