Storia di Roma di Ettore Pais
CRITICA DELLA TRADIZIONE SULl/oRIGINE DELLA PRETURA. 631
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ebbero luogo verso il 300, seppure non uno od anche due decenni dopo, vale a dire verso i tempi in cui si pone il secondo consolato di Àppio (296 a. C.), escludono, che tutto ciò fosse stato più o meno compiuto dal 367, dal tempo delle leggi Licinie Sestie, e siche avrebbe fatto i u ludi magni, „ ed al tempo della invasione gallica si faceva il nome di un Folio, Liv. V. 41, 3, ovvero di un Fabio, Plut. Cam. 21. Ma da Livio stesso si ricava che non tutti gli annalisti parlavano di lui, e codesto pontefice Fabio fa pensare a quel u Fabius Dorsuo, „ che, durante l'assedio Gallico, avrebbe atteso al sacrificio privato dei Fabi nel Quirinale, Liv. V, 46, 2; Cass. Hem. apd App. Celt. 6, ossia ad un fatto che ricompare nella leggeuda dei Fabi al Cremerà, v. s. p. 94. Lo stesso aneddoto sulla barba di Papirio, ucciso insieme a tutti i senatori sacrati a morte dal pontefice Fabio o Folio, fa sorgere la domanda se anche in questa occasione, da un'altra versione si discorresse al solito di un pontefice Papirio, cosi come per questi anni, e prima ancora, ossia per il 509, si parla di Sp. Lucrezio u praefectus urbi „ v. s. p. 82 sgg.; 622, n. 4. Il Bardt, die Priester der vier grossen Colìegien, p. 3, rileva l'aver trovato in Plut. de ini in. ntil. 6, il pontefice massimo del 420 a. C. non nominato da Livio, IV, 44, 11. Ma codesto Sp. Minucio, che avrebbe ammonita la vestale Postumia resasi sospetta di colpa: a propter cultnm amoeniorem ingeniumque liberius quam virginem decet, „ Liv. L c., fa pensare alla vestale Minuciar u suspecta primo propter mnndiorem insto cultum, „ di cui si parla per il 337 a. C., Liv. Vili, 15, 7. I nomi della vestale e del pontefice sono invertiti secondo la legge che abbiamo già notata, v. s. p. 571. Tutte le altre indicazioni che possediamo sui sacerdoti, sulle vestali, sui prodigi per questo tempo ci conducono sempre ai medesimi risultati negativi di fronte alla storia autentica ed antichissima della Città. Ma questi risultati, in qualche caso, sono positivi circa l'età in cui tali racconti sorsero. Per i particolari su tutte le questioni rimando al mio voi. di complemento.
Il dato di 120 anni prima del 212 = 332 a. C. fornito da Livio rispetto alle cariche curuli coperte dai pontefici, fa pensare che lo stesso Livio, IV, 24; IX, 34, 6, in due passi diversi, dà come approvata nel 434 o nel 410 la legge Emilia sulla restrizione dei termini della censura. Codesta differenza di 24 anni, che va messa al pari di quella sulle varie date della presa di Fidene (nel 437, nel 435, nel 426, dopo il 418, v. s. p. 4 sgg.) potrebbe far dubitare che anche la data assegnata all'elezione di Cornelio Calussa (avente un cognome d'altronde ignoto al pari di quello del console P. Cornelio Scapula del 328, Liv. Vili, 22), non vada riferita a tempi meno lontani dal pontificato di Cornelio Barbato. Non è poi da escludersi che l'indicazione di 120 anni rappresenti un calcolo vago e generico di generazioni (ossia 30 X 4) simili agli altri di questo genere, relativi a quest'età (ad es. dove si parla della durata delle guerre sannitiche v. p. 649, n. 1). Non abbiamo modo di meglio definire tale questione. Ma è forse il caso di osservare che non mancano esempi di cognomi diversi dati per errore alla stessa persona; v. ad es. gli scambi dei due cognomi u Mugilanus „ e di u Cursor „ a
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (678/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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