Storia di Roma di Ettore Pais
<>56 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL' INTERV. DI PIRRO,
Ritorneremo su questo argomento; a noi basti ora constatare che quanto si narra sulla storia della pretura e dei vari pretori a partire dal 366 sino all'arrivo di Pirro, ed anzi sino alla prima guerra punica, non contiene, generalmente parlando, che il frutto di moltee deliberate falsificazioni, e va messo a fianco all'affermazione che
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sino dal 366, dopo l'approvazione delle leggi Licinie Sestie, anziché dalla metà del V secolo, come diceva la fonte seguita da Diodoro, ai plebei fu concesso una delle due cariche di console, che anzi dal 342, per effetto di un plebiscito Genucio, anziché nel 172, ai plebei fu accordato di coprire ambedue le cariche di console, che nel 339 fu stabilito il principio messo in pratica nel 131 di creare censori due plebei. A favorire codesta confusione, o diremo meglio, codesta deliberata falsificazione di proconsoli e di pretori contribuì il fatto che ancora sul finire del IV secolo, (2) anzi ai tempi di Pirro, i consoli erano chiamati pretori. Nei loro titoli più antichi gli Scipioni si vantano infatti di aver coperto il consolato, la censura e l'edilità, senza accennare al carattere curule di que-
la prima volta da M. Acilio Glabrione nel 191. II più superficiale esame del passo di Macrobio mostra che tutte le determinazioni più antiche della prima intercalazione erano state fatte dopo il tempo di Ennio, allo stesso modo che dopo il celebre eclisse notato da costui (accetto in massima l'ipotesi dell'Unger e del Soltau sul tempo a cui si riferisce il celebre eclisse di cui parla Ennio apd Cic. fi. r. p. I, 16, 25), per mezzo di calcoli scientifici si tentò ritrovare tutti gli ecclissi precedenti sino a quello che si diceva essere stato visibile allorché mori Romolo, Cic. 1. c. La legge dei pretesi consoli Pinario e Papirio va collegata con le altre falsificazioni di questa gente, che ebbero parte così notevole nella compilazione degli annali Massimi (v. oltre). Un Papirio si vantava pure di aver introdotto in Roma il primo orologio. E ovvio mettere in rapporto tale indica* zione con quella relativa al mese intercalare. Ambedue queste date si riferiscono infatti ad osservazioni metereologiche. Se l'orologio di Papirio sul Quirinale fosse o no il più antico era oggetto di disputa (v. s. p. 598, n. 2). Nel caso presente a noi preme constatare che esso fu ivi collocato fra il 293 ed il 272, al tempo delle relazioni fra Roma ed i Greci di Turio e di quella di Taranto da cui pur venne quell'Ennio, che anche in tal materia fu maestro ai Romani. Con i Papiri di codesta età, se non con quelli del secolo successivo, pare si debbano mettere in rapporto le notizie della intercalazione. Per ulteriori conclusioni e determinazioni v. il mio volume sui Fasti.
1 V. s. p. 276 sgg.
2 Fest. p. 241 s. v. praetor.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (683/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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