Storia di Roma di Ettore Pais

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      ORIGINARIA IDENTITÀ DEI CONSOLI E DEI PRETORI.
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      st'ultima e senza far menzione della pretura, appunto perchè la pretura era una sola cosa con l'ufficio di console. (l) Nei tardi elogi dell'età augustea, che pretendevano di avere il carattere di documenti ufficiali serbanti notizie autentiche, si parla invece delle due preture di Appio Cieco accuratamente distinte dai due consolati di costui. Per questa medesima ragione, ossia perchè gli annalisti del II e del I secolo parlando della più vetusta storia romana avevano in mente le condizioni, il linguaggio costituzionale dell'età loro, • in cui consoli e pretori avevano carattere, dignità, attribuzioni distinte, e perchè nel medesimo tempo si cercava guadagnare tempo ed anni, nomi e persone, il console L. Cecilio, che verso il 285 cadde in battaglia davanti ad Arezzo, venne trasformato in un pretore e fatto diverso dal console L. Cecilio del 284 a. C. (2) Allo stesso modo
      (1) CIL. I, 29; 30: * consul, censor, aidilis quei fuit apud vos ib. 32:
      * consol, censor aidilis liic fuet a [pud vos] Intorno all'edilità qui ricordata v. s.
      p. 592, n. 2.
      (2) Polyb. II, 19, 8: ev Ss iti [ioc^yj xaùxyj AeoxJoo too axpaxvjyo'j xsXs'j-xr,aavxo£ Maviov sTr.xaxéaxYjaav xòv Kóptov; cfr. Liv. ep. XII: u bello ob id Gallis indicto L. Caecilius praetor ab eis cum legionibus caesus est „. Nei Fasti e negli Annali recenti romani, Cecilio è trasformato nel console per il 284 e la vittoria di Manio Curio, non però come di snffeto in luogo di Cecilio, è anticipata al
      290 a. C. (cfr. s. p. 447, n. 2).
      Con il fatto che i consoli per lungo tempo continuarono a dirsi pretori si spiega come il tribuno della plebe Servilio Rullo, presentando la legge agraria, cercasse eludere il danno che sarebbe derivato dalla contrarietà di Cicerone console (63 a. C. , con la formula: * qui primns sit praetor factus, euni legem curiatam ferre; sin is ferre non possit,, qui postreinus sit „. Cic. d. I. agr. II, 11, 28, parole che si riferivano tanto ai consoli come ai pretori. Con ciò si accorda la dichiarazione degli antichi trattatisti del diritto nazionale, che il * praetor „ era collega del u cousui, „ sebbene poi l'uno avesse 1" imperimi* maius, „ l'altro il
      * minus, „ Sempr. Tud. apd Gell. XA. XIII, 15, 4. Nel cerimoniale e nel linguaggio sacro i consoli continuavano ancora a dirsi pretori (sia pure distinti con la qualifica di maiores, v. Fest. 161 s. v. maximum praetorem; cfr. ep. p. 136, s. v. maior magistratus). I pretori romani si chiamavano u consules, „ 44 iudices, „ a praetores „ a seconda dei casi, v. l'esplicita dichiarazione in Cic. de leg. Ili, 3, 8; cfr. Varr. d. I. L..YI, 88, così come i consoli fiorentini si dicevano anche u recto-res „ ed i u principes „ germanici, a seconda che giudicassero, guidassero l'esercito, ovvero esercitassero sacre funzioni, avevano, come è noto, pure nomi diversi.
      Anche l'eponimia dei pretori urbano e peregrino, che si trova in documenti dell'età sillana, (v\ i senatoconsulti su Asclepiade Glazomenio, CIL. I, n. 203;


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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