Storia di Roma di Ettore Pais
640 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL* INTERV. DI PIRRO,
di tutti i molteplici ed intricati problemi relativi ai fasti ed alla cronologia, i quali abbiano il vantaggio di mostrarci quale è il vero valore che va attribuito alle fantastiche liste dei magistrati curuli del V secolo, e quale fede meritino le notizie degli antichi, ove invece di consoli rammentano dittatori, ove in luogo dei primi e dei secondi fanno i nomi di tribuni militari investiti della podestà consolare. Xè solo si richiede un approfondito esame della lista di tutti i magistrati, dei dati sui prodigi, sulle carestie, dei sincronismi, ma occorre aggiungervi una diligente discussione di tutte le indicazioni a noi pervenute intorno allo svolgimento del diritto pubblico e privato e delle istituzioni sacre e militari. Le notizie intorno alle guerre sannitiche. per quanto porgano abbondante materiale per unache per dichiarazione di una stessa antica tradizione sulla ricostituzione del tribunato verso il 450, che abbiamo già esaminato, e faremo oggetto di ulteriore esame nella parte ricostnittiva di quest'opera, i tribuni della plebe in origine avrebbero avuto carattere militare, cfr. s. parte I, p. 562, n. 2.
Personaggi consolari non vennero solo abbassati al grado di legati, ma anche di centurioni. Così, come notammo (v. s. p. 85 sgg.) Cedicio, il valoroso duce dell'esercito romano vincitore a Veio sarebbe stato ridotto alla condizione di centurione per subordinare e conciliare la redazione che parlava di lui con quella che sapeva del comando di Camillo. Lo stesso vale per quel Siccio o Sicinio ora fatto centurione ora console (v. s. p. 562, n. 2; cfr. s. parte I, p. 533, n. 2; 537, n. 5).
Che questo fenomeno non si verifichi solo per il periodo più oscuro che esaminiamo, ma anche per età interamente storiche, dimostra il fatto che il celebre L. Marcio, che salvò le reliquie degli eserciti degli Scipioni in Spagna era detto u primipili centuno „ da Cicerone, prò Balbo, 15, 34, u tribunus militimi „ da Valerio Massimo, II, 7, 15, e che stando a Livio, XXV, 37, sarebbe stato un " eques Romanus „. Egli poi avrebbe chiamato sè stesso u propraetor, „ Liv. XXVI, 2; Val. Max. 1. c. Cosi quel Centenio, che dicevano vinto da Annibale nell'Umbria ovvero nell'Italia meridionale, (così come Tiberio Gracco lo si faceva morire nella Lucania, oppure presso Benevento, Liv. XXV, 13, Scipione l'Africano a Roma od a Literno, 188 od al 184, v. Liv. XXXVIII, 52; 56 , che alcuni dicevano ucciso nel 217 o nel 212, così cofne il processo contro gli Scipioni si assegnava ad anni diversi, ed al 232 od al 228 si attribuiva la legge agraria di C. Flaminio (su altre divergenze di quattro, cinque o più anni v. s. p. 583, n. 1), a seconda degli autori era detto propretore, Liv. XXII, 8, pretore, Corn. Nep. Hann. 4; Zonar. Vili, 25: * primipili centurio, „ Liv. XXV, 19, 9; oppure semplice privato, App. Ann. 9. Lo stesso vale per molti altri consoli suffeti.
Intorno al valore dei fasti sacerdotali e degli edili curuli rimando per il momento a quanto ho notato sopra p. 591 sg.; 630, n. 3.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (687/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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