Storia di Roma di Ettore Pais
VALORE DELLA TRADIZIONE SUGLI ORDINAMENTI MILITARI. 641
siffatta ricerca, non vanno discusse separatamente dn tutte le altre riferite per le età anteriori, che abbiamo fin qui studiate. Tale indagine non sarebbe infine proficua, ove ad una piena discussione dei vari problemi testé indicati, non contrapponessimo per tutto il periodo più vetusto quella ricostruzione che sino ad un certo punto ci concede fare lo studio comparato della cronologia, della storia militare e del diritto, dei monumenti: ricostruzione che se in parte già scaturisce dai risultati ai quali siamo venuti, per un altro lato ricaveremo da dati differenti, i quali alla loro volta illustreranno il complesso della tradizione.
Pur rinviando al volume seguente la trattazione di tutti codesti problemi, osserviamo frattanto come alcune notizie autentiche relative alle guerre sannitiche ci insegnino il nessun valore del complesso della tradizione intorno agli ordinamenti militari per l'età ad esse anteriori, e come le diverse informazioni intorno alla durato della lotta fra le due più potenti confederazioni della Penisola abbiano virtù di dimostrare quanto debole sia il valore della cronologia generalmente ammessa ai tempi di Cicerone e di Varrone. Per i primi secoli della repubblica si parla, non solo di quattro, ma persino di dieci legioni e dei corpi relativi di cavalleria. Nelle narrazioni a noi pervenute si tace invece dell'ordinamento dei " desultores „. Notizie autentiche provano che esso fu importato a Roma nel IV secolo; tali notizie sono confermate dalla dichiarazione che solo al tempo della lotta con i Sanniti, Roma organizzò la sua cavalleria. (*) La tradizione nazionale è fiera nel rilevare che i Romani si valsero costantemente di milizie regolarmente formate, ed esclude tanto i mercenari quanto i volontari. Tralasciamo di esaminare qui quanto ci è raccontato intorno ai mercenari; notiamo però che di volontari si discorre a proposito della battaglia
*) Sui u desultores „ e sulla cavalleria tarantina e romana v. s. p. 607, n. 1. Il numero di seicento cavalieri, di cui si parla per una legione a Sentino, v. n. sg., non risponde affatto al tradizionale numero di trecento cavalieri per legione che non fu oltrepassato, non ostante i consigli di Catone il Vecchio (v. fragni, ed Jordan, p. 66; cfr. Mommsen, roem. Geschichte, Is, p. 787). Si noti che Q. Fabio a Sentino avrebbe avuto sotto di sè due legioni, Liv. X, 27, 10.
Pais, Storia di Roma. Voi. I. - Parte li. 41
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (688/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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