Storia di Roma di Ettore Pais

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      VALORE DELLE INDICAZIONI CRONOLOGICHE TRADIZIONALI. 643
      un concetto altrettanto inesatto ove suppone che la disciplina dell'antichissimo esercito romano sia stata sempre quella che ebbe vigore durante le guerre puniche. (*)
      Àncora più notevoli sono forse i risultati che ci è dato conseguire dal lato della cronologia. La deduzione di Luceria attribuita al 325 od al 314; la presa di Sora e la fondazione di Saticula, assegnate a seconda del caso al 322 od al 313; le varie imprese di Q. Fabio e di Decio, di Appio Claudio e di L. Volumnio, che ri-
      bano prope dilectu decem scribebantur legiones; quaterni quinique exercitus saepe per eos annos in Etruria, in Umbria Galiis hostibus adiiuictis, in Samnio, in Lucanis gerebant bellum „. Ora nella battaglia di Ausculum (279 a. C.) i Romani (a parte le forze dei soci) misero in piede quattro legioni, Dion. Hal. XX, 1, ed ove parla della battaglia di Canne, Polibio, III, 107, 9, dice: icposfl-evxo Sè aipazo7zè$oi£ óxxob ctaxivSuveùsiv, 5 Tipdxspov cuòiizot9 èysYÓvst rcapà cP(D,ia:otg. Le notizie intorno a dieci legioni, di cui si fa parola anche per il 494, forse per il 418, e poi daccapo per il 349, Liv. II, 30; IV, 46; VII, 25,9, per chi mirasse a salvare la tradizione si potrebbero spiegare ammettendo uno scambio fra le dieci legioni con le dieci coorti dell'antichissima legione, di cui si parla per l'età sannitica, v. Front. I, 6, 1. Ma il contesto di Livio nel passo sopra citato esclude codesta interpretazione, e d'altro canto per la battaglia di Sentino ci si parla delle quattro legioni dei due consoli, di quelle sotto il comando di Volumnio, infine di quelle dei due eserciti dei propretori Fulvio e Postumio, Liv. X, 25, 11; 26, 14; 27, 10; 30; 31, 2. Orosio. IV, 3, 4, per i tempi di Pirro, chiamava * octava „ la legione dei Campani, che si impadronì a tradimento di Reggio. Quanto si affé rimi per il 418, Liv. IV, 46, prova che il numero delle unità tattiche era in armonia con quello delle tribù e dei tribuni militari. Le mie vedute su tutto ciò espongo ed esplico nel volume seguente.
      (*) V. quanto già notammo, s. p. 264, sul contegno dei militari romani durante la rivolta militare del 342 e la campagna sannitica del 296 a. C. Nel primo caso si suppone un movimento da parte dei plebei, che risponde alle agitazioni interne che turbavano la Città, ed un contegno da mettersi a fianco a quello della legione campana a Reggio, o meglio, di quello degli stessi Sanniti allorché conquistarono Capua. Quanto si narra sulla volontà dei soldati che si sarebbe imposta a quella dei duci sul modo di condurre la guerra (Liv. X, 19, 10) è mescolato con notizie di carattere troppo recente e sospette perchè possa cosi senz'altro essere accolto come vero. A noi manca il modo di stabilire se ci troviamo o no di fronte ad un elemento arcaico, mescolato con tradizioni recenti, come nel caso dei compagni di arme di Fabio Riilliano a Sentino e di quelli di Manio Curio di cui parla Appiano. Nel caso che si accennasse ad una notizia autentica, avremmo traccia di quel più antico diritto di coloro che nel campo erano gli stessi u Quirites „ del Comizio e, che erano compagni del duce, a cui si erano legati con giuramento di ubbidienza, cfr. s. p. 642, n. 1.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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