Storia di Roma di Ettore Pais

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      64G CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL'lNTERV. DI PIRRO.
      nei fasti consolari capitolini od in altre narrazioni non erano accolti nella narrazione di Livio e da tutti gli annalisti da costui consultati, ci fa pensare che più andiamo a ritroso nel tempo, meno sicura è la menzione dei sommi magistrati della repubblica. Xulla quindi di strano, se esaminando codesti tempi più lontani ci siamo imbattuti in consoli o dubbi o falsi. (*) E dopo le osservazioni che abbiamo avuto man mano occasione di formulare, è poco meno che ozioso ricordare che non ha fondamento di sorta l'opinione che sul Campidoglio e nella Regia sul Foro, sin dal principio della repubblica, ossia dal 509 circa, si serbasse memoria dei nomi dei magistrati. Il Campidoglio 11011 potè, nella più favorevole ipotesi, serbare monumenti di questo genere che dopo la metà del IV secolo. allorquando esso diventò la sede del culto primario dello Stato; i libri dei magistrati conservati nel tempio di Giunone Mo-
      Liv. IV, 24, cfr. s. p. 21 sgg. E per passare sotto silenzio le varie dittature di Marco Camillo, ricordo quella del 350 di Lucio Camillo, che è una sola cosa con quella del 345 e con il consolato del 349, v. Liv. VII, 25-28. Cosi infine il consolato di Cornelio Cosso nel 428 è una sola cosa con il tribunato del 437 e la maestranza dei cavalieri nel 426 di codesto medesimo personaggio, Liv. IV, 20
      v. s. p. 30; 192, il. 1.
      1) A titolo di esempio rispetto a il. Popilio Lenate si noti che la facile guerra che egli fa come console la seconda volta nel 356 contro i Tiburti, è proprio quella stessa che sarebbe stata condotta a termine, grazie anche alla sua eloquenza, nel primo consolato del 359, Liv. VII, 12; 17, e che l'accusa da lui fatta a Licinio Stolone nel 358 lo presuppone tribuno della plebe, ila in codesto anno 358 è console quel Manlio che gli è collega nel 359. Cosi il u bellum Gal-licnm „ dato nel 350 a M. Popilio u extra ordinem „ essendo ammalato il suo collega Cornelio Scipione, Liv. VII, 23, è in fondo la stessa guerra gallico-tiburtina del 360, Liv. VII, 11, sq. La legge di Gn. Manlio e C. Marcio sul * fenns „ nel 357 e le guerre etnische e privernati di costoro, Liv. VII, 16 sq. ricompaiono nel 352 e nel 351, Liv. VII, 21 sq., cfr. s. p. 270 sgg. Su Publilio che nel 321 figura come a tribunus militimi, „ nel 320 e nel 315, quale console, nel 339, dittatore o console nel 337 pretore, v. s. p. 283, n. 1; 503, n. 1. Si consideri quanto abbiamo notato sui dubbi consolati degli Eli Peti e dei Claudi Marcelli (v. s. p. 246; 319 ; lo si coufronti non solo con i falsi consolati dei Valeri e degli Orazì dei primi decenni della repubblica, ma che quelli di Spurio Cassio, di Ater-nio, di Tarpeio, di Minucio Augurino, di Sicinio, presentati ora come consoli, ora come tribuni della plebe (cfr. s. parte I, p. 462 sgg; cf. s. p. 639, n. 1), ed infine con i falsi consoli ricordati da alcuui annalisti per il 434, Liv. IV. 23.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




Livio Campidoglio Regia Foro Campidoglio Stato Giunone Mo- Marco Camillo Lucio Camillo Cornelio Cosso Liv Lenate Tiburti Liv Licinio Stolone Manlio Gal-licnm Popilio Cornelio Scipione Liv Liv Marcio Liv Liv Publilio Eli Peti Claudi Marcelli Valeri Orazì Spurio Cassio Ater-nio Tarpeio Minucio Augurino Sicinio Liv Liv Cosi Popilio Cosi Manlio