Storia di Roma di Ettore Pais
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CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL INTERV. DI PIRRO.
dello Stato o le singole pretese delle famiglie. Avemmo sin qui agio di constatare le pretese e le memorie di annalisti e di singole genti. ^Xon solo i plebei Comini, Treboni, Marci, Semproni, Opimi, Apulei, rivendicavano a se qualche minore gloria della storia nazionale, ed i patrici Fabì, Valeri, Corneli, Papiri, andavano a gara nell'attribuirsi le gesta più notevoli, ma assistiamo ad un incrocio fra i vanti delle stesse famiglie patricie o plebee. (*) Come per i periodi passati, vediamo che le imprese di certe genti patricie vengono associate a quelle di alcune plebee a detrimento di altri patrici e plebei pure fra loro collegati. Così da un lato scorgiamo come il merito precipuo della vittoria dell'anno 314 sui Campani fosse attribuito al patricio Sulpicio oppure al collega plebeo Petelio. (2) Alla stessa maniera gli Atili od i Fulvi protestavano contro le gesta dei Postumi; i Voi umili attribuivano a se la maggior parte od anche tutte le gesta compiute dal console che era stato collega di Appio Claudio, (3) ed osavano perfino affermare che Volumnio, e non Fabio Rulliano fosse stato l'eroe della battaglia di Sentino. (*) Viceversa i Claudi assegnavano al loro illustre antenato ciò che sarebbe stato
1 Le pretese dei Treboiri, dei Cedici, degli Apulei, avemmo già occasione di notare, v. ad es. s. p. 85; 167 sqq.; cfr. parte I. p. 612 sqq. Quelle degli Opimi compariscono per la prima volta nel 294 a. C., in cui si dice che venne ucciso il questore L. Opimio Pausa, Liv. X, 82, 9. Dacché la vestale Opimia ricordata da Dionisio, Vili, 89 ad a. 483 a. C., da Livio, II, 42, 12 è detta Oppia, rOpimia del 483 (dato che la lezione dei testi di Dionisio sia giusta), non sarebbe che una mal riuscita anticipazione della vestale Opimia che nel 216 Liv. XXII, 57, 2, si rese colpevole dello stesso delitto (cfr. quanto notammo sopra rispetto alla Vestale Minucia del 337, v. s. p. 630, n. 3) Il primo Opimio veramente storico che a noi sia noto è il console del 154. Ma è notevole che a lui come ai suoi discendenti, anche nei Fasti, manchi il cognome e questo non compaia altrove per altri Opimi. Traccia evidente anche questa dell'origine recente della redazione liviana. Anche ìielle loro monete gli Opimi non hanno mai cognomi (v. Babelon, op. cit. II. p. 268 sgg ; Bahrfkldt, Na eh -trueye vnd Berichtigungen zur Mnenzkunde der roem. Bepublik (Wien, 1897,
p. 192).
f- V. s. p. 399.
3) V. s. p. 533 sqq. Analoghe divergenze fra le gesta dei Sulpicì e dei Claudi, dei primi e dei Furi, cfr. a p. 119 sqq.; 129.
4, Liv. X, 30, 6.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (699/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Stato Xon Comini Treboni Marci Semproni Opimi Apulei Fabì Valeri Corneli Papiri Campani Sulpicio Petelio Atili Fulvi Postumi Appio Claudio Volumnio Fabio Rulliano Sentino Viceversa Claudi Treboiri Cedici Apulei Opimi Opimio Pausa Liv Opimia Dionisio Vili Livio Oppia Opimia Dionisio Opimia Liv Vestale Minucia Opimio Fasti Opimi Opimi Bahrfkldt Berichtigungen Mnenzkunde Wien Sulpicì Claudi Furi Liv Avemmo Babelon
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