Storia di Roma di Ettore Pais

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      65(5 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL'lNTERV. DI PIRRO.
      concedette la vita al suo maestro della cavalleria colpevole di disubbidienza. Non v'è anzi, per cosi dire, racconto dal lato della storia costituzionale, che non tradisca il lavorio dei giuristi e degli scrittori di annali vissuti al tempo dei Gracchi o eli Siila. Ciò, come notammo, appare ad esempio in modo perspicuo dal complesso delle notizie intorno alla celebre censura di Appio Cieco e all'edilità del suo favorito Gneo Flavio. Queste infatti tradiscono in parte le riforme dell'età di poco anteriore ad Annibale, in parte anche maggiore si riferiscono a quanto si compiè durante la censura di altri Claudi verso il 168 ed il 136. (*) Il fatto che tali riforme trovarono favore fra i Claudi, al tempo in cui l'antico patriciato aveva da gran pezza ceduto davanti alle pretese ed alla baldanza delle genti della nobiltà plebea, giova a far comprendere come Calpurnio Pisone, il nemico dei Gracchi, discorrendo delle imprese di Appio Cieco e di Gn. Flavio, anziché di " patricii, „ come sarebbe naturale notevole attenderci ancora per il 312-304, discorresse delle inimicizie di codesti personaggi verso i * nobiles „. (") S'intende d'altro canto come i Claudi, sebbene serbassero vivo nell'animo il ricordo delle loro origini patricie, e sentissero disprezzo per tutto ciò che tendesse a scemare la loro gloria ed il loro prestigio, si atteggiassero a protettori delle infime classi a danno di quelle genti della nobiltà plebea, che avendo rapidamente scordato l'umiltà delle proprie origini, opprimeva ormai il proprio ceto e mirava a gareggiare con le famiglie superstiti dell'antichissimo patriciato.
      Tuttavia nel racconto delle vicende interne traspare talora qualche traccia di narrazione alquanto vetusta, la quale ha il merito di rappresentarci, sia pur di rado, con tratti meno alterati la fisonomia del popolo romano. E probabile vi sia l'eco della tradizione meno antica ove, discorrendosi di L. Papirio, Cursore, lo si rappresenta (ciò che si diceva pure per Appio Claudio), come uomo libero da scrupoli religiosi e pronto a combattere, non ostante gli auspici contrari. Forse gli autori più antichi si compiacevano di discorrere
      1 V. s. p. 554; 561. J V. s. p. 565.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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