Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL'INTERV. DI PIRRO.
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      Timoleonte elio, diventato cieco, viveva appartato, nei momenti di grave necessità era richiesto di consigli dai Siracusani, e che in mezzo alle pubbliche acclamazioni giungeva su un cocchio nell'agora. (*) Ciò pare tanto più ammissibile dacché, se ascoltiamo una versione che, almeno per questo lato, parrebbe non più indegna di fede, il primo romano che sarebbe giunto in tal modo nella curia sarebbe stato Cecilio Metello, pontefice Massimo il quale nel 241 a. C., per aver salvato il Palladio dall' incendio di Vesta, diventò pure cieco. Si comprende che codesto personaggio, che s'era gettato coraggiosamente fra le fiamme potesse perdere gli occhi. Tuttavia anche questo racconto era contradetto, per quel che sembra, da altri, e sembra essere stato suggerito e rafforzato da un ravvicinamento di u Caecilius ,, con * Caecus „. (2) La storiella che attribuiva a
      1) Plut. Timol. 38; Cokn. Nep. Timol. 4.
      2) Plin. NIL VII, 141: * tribuit ei p opulus) R(omanus) quod nulli alii condito aevo, ut quotiens in senatuin iret curru veheretur ad curiali), magnimi ei et sublime, sed prò oculis datuin „; cfr. Sen. dial. I, 5,2; Iuvln. VI, 265; Sen. contr. IV, 2; àmpel. 20; v. anche Ovid, fast. VI, 452; Aug. c. d. III, 18.
      E però degno di nota che non tutti gli autori che accennano a tale atto di Cecilio cfr. Dion. Hal. Il, 66; Cic. prò Scauro, 23, 48; Liv. ep. XIX), dicouo che divenne per ciò cieco. V. anzi le parole di Cicerone, Cai. Mai. 9, 30, secondo il quale L. Metello, per i ventidue anni in cui fu pontefice Massimo, persino: c extremo tempore aetatis „ attese al suo ufficio sacro: " ita bonis.....
      viribus... ut adulescentiam non requireret, „ esplicate aucor meglio da quelle di Valerio Massimo, VIII, 13, 2, secondo il quale, in tutto quel tempo L. Metello nell'attendere a tali occupazioni: u tulelam caerimoniarum per duo et XX annos neque ore in votis nuncupandis haesitante neque in sacrificiis faciendis tremula maini gessit „. A ciò si aggiunga che nel 224 L. Cecilio figura come dittatore. Forse non contiene un dato dispregevole il Pseudo Plutarco, parali, min. 17, ove dice che Metello riebbe Pnso degli occhi. Secondo un'altra etimologia, i a Caecili „ si collegavano, per quanto sembra, con il dio Caco, ossia del fuoco, v. Diod. IV, 21, 2. Tradizioni meno gloriose facevano derivare i Cecili Metelli da mercenari, v. Fest. p. 146 s. v. metalli.
      Chi volesse salvare la tradizione potrebbe notare che secondo ai dati a noi pervenuti L. Appio Claudio non si recò in senato, dietro invito pubblicò, ma per volontà sua, e, per quel che pare, con la sua lettiga; Val. Max. VIII, 13, 5; Plut. Pt/rrh. 18; App. Samn. IO, 2; Zonar. VIII, 4 extr. Ma a parte, che male si potrebbe ammettere un tal privilegio per Appio Claudio senza concessione del Senato (si pensi agli onori resi a Duillio allorché rincasava, alla concessione del cavallo a Q. Fabio Massimo etc.), dall' "Ined. Yatic. „ dell'Armili) ne\VHermes,


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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