Storia di Roma di Ettore Pais
TRACOIE DI SACRE ED ANTICHE REDAZIONI.
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Un altro frammento di storia sacra ci è pure conservato in Livio ove si parla del secondo consolato di Appio Claudio e della contesa che in quell'anno scoppiò tra Yerginia, la sposa del console L. Volumnio e le rimanenti matrone patricie, che si sarebbero recate a fare sacrificio nel tempio della Pudicizia patricia nel Foro Boario, presso il tempio rotondo di Ercole. Non sarebbe valso a Yerginia l'essere patricia, pudica, e maritata una sola volta. Le avrebbero impedito di prender parte ai sacri riti le compagne, le quali non le avrebbero perdonato di essersi sposata con L. Volumnio, valoroso e consolare, ma plebeo. Verginia avrebbe allora per suo conto consacrata un'ara presso la sua dimora nel vico Longo, e sarebbe cosi sorto il culto della Pudicizia plebea, per qualche tempo fiorente, e non meno illustre ed onorato di quello della Pudicizia Patricia. (l) Da un egregio critico moderno si è notato che nel Foro Boario accanto al tempio di Ercole non esistè mai un " sacellum „ od un " templum „ della Pudicizia Patricia. Il tempio a cui si accenna in quella regione posta fuori del pomerio non era che quello della Fortuna, dove si vedeva la statua del plebeo re Servio Tullio. (2)
che a me non paiono avere grande peso, dacché, a parte il debole valore di tutta la cronologia di questi anni, non vedo perchè il console del 296 vegliardo nel 279, non potesse aver un fratello, sia pure molto più giovane, console nel 264. Tanto più che, come lo stesso Mommsen osserva, nella gente dei Claudi non sorprende il trovare due fratelli dal prenome di Appio, comunque ciò si possa spiegare (sul che V. anche Luebbert, de gentis Claudiae comment. p. 13). La difficoltà d'indole cronologica opposta dal Mommsen mi sembra di debole valore anche per ciò che reputo assai problematico il consolato del 307 saltato anche da Calpurnio Pisone. Checché del resto si possa su ciò pensare, da Seneca, de brev. vit. 13, 4: (u Claudius is fuit Caudex ob hoc ipsum adpellatus, quia plurium tabularum contextus caudex apud antiquos vocatur cet. „) apprendiamo che anche l'etimologia di tf Caudex „ era una di quelle questioni da lui giudicate oziose, di cui si occupavano gli eruditi romani del suo tempo. Che u Caecus „ potesse voler dire colui che non vede bene ed il tt guercio „ (cfr. negli odierni dialetti dell'Italia meridionale a ciecatiello „) mostrerebbe il verbo tf caecutio „ e forse anche il nome di u Caeculus „ dato al Vulcano di Preneste, ossia il fuligginoso; (cfr. il romano Caco ed i * Caecilii „ v. s. p. 663, n. 1; cfr. parte I, p. 328 sg.)
(*) Liv. X, 23.
(2) Wissowa, aneti. Rom. topogr. p. 5 sqq. Che Livio abbia seguito fonti recenti, le quali tenevano conto di monumenti sorti in età posteriore, ricavo dalle stesse dimostrazioni del Wissowa. Livio, 23, 3, infatti dice che il tempio
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (714/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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