Storia di Roma di Ettore Pais
TRACCI E DI REDAZIONI SACRE ED ANTICHE
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cumenti di tal genere serbati nelle redazioni superstiti, può anzi formularsi la domanda, se non si occulti un frammento dei carmi del vate Marcio in una notizia, che si riferisce ai prodigi che precedettero la battaglia di Sentino.
che i ludi Apollinare erano stati istituiti durante il consolato di Claudio e Fulvio (a. 212 a. C. cfr. Liv. XXV, 12) e ricordavano un: * C. Volunmins qui ad tibicinem saltarit „. Nell'altra spiegazione, già esposta nel libro V, Verrio affermava che facendosi tali ludi Apollinari sotto il consolato di un Sulpicio e di un Fulvio (211 a. C.), essendo pretore urbano un Calpurnio Pisone, venne annunziato l'arrivo dei nemici. I Romani corsero loro incontro e avendo vinto ritornarono in teatro. Se non che temendo aver violata la religione fecero P * instauralo „ dei ludi e fu trovato un C. Pompinio libertino mimo: * magno natii qui ad tibicinem saltaret. itcìque gaudio non interruptae religionis editam vocem mine quoque celebrali 1 voti fatti per vincere Annibale secondo la fonte di Livio, XXV, 12, 15, in opposizione all'opinione volgare, avrebbero suggerito l'istituzione di tali ludi: (* haec est origo ludorum Apollinarium, victoriae non valetudinis ergo, ut plerique rentur, votornm factorumque „). Ma tale causa, che quando mai converrebbe per l'anno 211 in cui Annibale giunse alle porte di Roma (per tale occasione si raccontavano aneddoti religiosi diversi), cfr. Enn. apd Prop. IV, 2, 6 sqq.; Varr. apd Non. p. 47 sq.; Liv. XXVI, 10; Fest. et Paul. ep. Fest. p. 282 sq. M, s. v. [Redimii fantini], contiene solo la spiegazione etiologica di un rito e di una cerimonia. Questa cerimonia si ritrova infatti anche a Velletri, a proposito di quell'Ottavio, che mentre faceva un sacrifizio a Marte: * nuntiata repente hostis incursione, semicruda exta rapta foco prosecuit, atque ita proelium iugressus victor redit d'allora in poi, in memoria di quel fatto, a Velletri: u decretum etiam publicum extabat quo cavebatur ut in posterum quoque simili modo exta Marti redderentur reliquiaeque ad Octavios referrentnr, „ Suet. Aug. 1. Anche la storiella di Popilio Lenate sulla cerimonia a cui attendeva come flamine Carmentale, vestito con la * laena, „ e sulla sedizione della plebe da lui sedata mentre i Tibnrtini erano alle porte della Città, v. Cic. Brut. 14, 56; cfr. Liv. VII, 12 ad a. 359 (cfr. s. p. 108, n. 1; 155, n. 3), trae origine, se non m'inganno, da un'analoga cerimonia.
(*) Zonara, Vili, 1 (ossia Cassio Dione, fr. 36, 28 p. 105 Boiss.), dove parla con ampiezza dei prodigi che precedettero la vittoria di Sentino, dice che li seppe interpretare un Mdv.og Ss Topar;vòg tò fsvog, il quale, avendo realmente predetto la verità, accp:ag sxo,uaaxo dó£av xai upoyvcóastog. Nelle tradizioni superstiti nessuna notizia ci è arrivata intorno ad un Manio celebre e dotto indovino. Invece gli scrittori sono unanimi nel celebrare la sapienza profetica di un vate Marcio, oppure dei due fratelli Marci, Liv. XXV, 12,3; Plin. VII, 119; cfr. Macrob. I, 17, 28; Cic. de dirin. I, 40, 89; 50, 115; II, 113; cfr. Serv. ad Aen. VI, 70, messi a pari con la Sibilla e con i più celebri indovini greci.
* Manius, „ per quanto so, non si trova mai usato come gentilicio, e non credo quindi sia del tutto strano supporre che in luogo di Jldv.og, nel testo di
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (716/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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