Storia di Roma di Ettore Pais
STRATI PIÙ VETUSTI DELLA TRADIZIONE ROMANA.
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umili, ma in pari tempo più semplici e poetiche scaturigini della storiografìa romana. Non v'è motivo di negar fede a quanto in modo tipico si racconta sui canti dei Galli celebranti le loro vittorie nel 295. (x) Sorge invece spontaneo il sospetto che a^li ultimi tempi delle guerre Sannitiche, per quanto le falsificazioni domestiche rendessero dubbio il valore di tali documenti, si riferisse di già qualcuno dei canti convivali ricordati dal vecchio Catone, (2) Lo stato più che frammentario della tradizione ci vieta precisare in quanta parte allo sviluppo alle prime origini della storiografia nazionale abbiano contribuito il vecchio Appio Claudio, lo stesso Gneo Flavio, Spurio, il liberto dei Carvilì, e Sempronio Sofo, la cui attività giuridica, non meno della militare, si direbbe stia in rapporto con una versione opposta a quella che le medesime imprese assegnava ad Appio Cieco. Così infine ignoriamo quanto a ciò abbia contribuito Ti. Conni-conio, il primo pontefice plebeo, che alla redazione dei libri pontifici die opera accanto a quel Papirio, il quale sarebbe stato uno dei più antichi redattori degli annali e delle leggi regie. Gli annali liviani, per quanto composti in massima parte con le opere degli scrittori più recenti, sui quali fu innestato qualche racconto tolto dalle opere di Calpurnio Pisone od anche di Fabio, e siano per giunta inspirati ad autori contrari ai Claudi, nondimeno conservano qua e là qualche traccia, che parrebbe derivare dalle memorie dei Flavi, dei Carvilì
i1) Liv. X, 26, 11: ovantesque nioris sui Carmine Che le notizie talvolta particolareggiate sui più antichi carmi pronunciati o dai soldati romani nei trionfi, o nelle esequie anteriori al secolo IV, non abbiano contenuto storico, non reputo necessario dimostrare. Ciò che si dice ad es. sui versi proferiti dai soldati romani nel 410, Liv. IV, 53, non merita maggior fede di quello che si racconta sull'orazione pronunciata verso il 401 dal pseudo antenato dell'eloquente annalista Licinio Macro, Liv. V, 12, sull'orazione del pseudo centurione e poi tribuno della plebe Tempanio nel 423, Liv. IV, 41, o sulla u laudatio „ di Appio Claudio, morto nel 470, Liv. II, 61, 9. Disgraziatamente da tutto il complesso delle osservazioni sin qui fatte pare risulti che anche le notizie particolari sui trionfi delle guerre sannitiche non meritino credenza eccessiva. Per citare uu solo esempio, nulla ci garantisce che le notizie di Livio, X, 46, per ranno 293, come molto altro di ciò si riferisce a quella campagna, ove anche paia serbare traccia di qualche verità, non possa in parte esser ricondotto al 272 a. C.; cfr. s. p. 541 sgg.; 583, n. 1. (2) Cfr. su ciò parte I, p. 11.
Pais, Storia di Roma. Voi. I - Parte IL 43
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (720/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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