Storia di Roma di Ettore Pais

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      674 CAP. Vili. - DALLA li ESA DI NAPOLI ALL' INTERV. DI PIRROe dei Papiri. E la considerazione clie i più antichi annalisti, che scrissero in greco, tennero conto della produzione storica ellenica relativa alle guerre sannitiche, non esclude che qualcuna delle notizie di caj^ittere sacro, che inserirono nei racconti relativi a questo periodo, non derivi da memorie e da documenti nazionali. (*) Un altro ordine di idee è suggerito dal fatto che fra i più antichi narratori delle gesta romane vi fu Ennio, che l'educazione letteraria sua ricevette da quella Taranto a cui toccò il non facile compito di rendere più mansuete le rozze stirpi indigene man mano invadenti i fertili piani delle Puglie e della Messapia. Sorge spontaneo il pensiero : se come il poeta di Rudie localizzò nella terra latina gli eroi della sua patria, così abbia usufruito qualcuno
      f1) Sui Flavi v. Liv. Vili, 22, 2; 37, 8; Val. Max. Vili, 1, 7. Rispetto ai Carvili è appena necessario ricordare l'attività letteraria di quello Spurio, liberto dei Carvili, riordinatore dell'alfabeto latino, che primo avrebbe aperto scuola a Roma, Plut. quaest. R. 54; 59.
      La determinazione esatta di questi problemi è oltremodo resa difficile da un complesso di circostanze. In Cicerone, Brut. 14, 55, ad esempio dove si legge: * Ti. Coruncaninm (console nel 280 a. C.) quod ex pontificum commentariis longe phirimum ingenio valuisse videatur, „ tenendo conto che nei commentari pontifici v'era materia storica (\\ s. parte 1, p. 80, n. 3), si sarebbe tentati di scorgere traccie dell'attività letteraria di questo personaggio. Nè varrebbe opporre, che da Pomponio, apd Dig. I, 2, 2, 35, si apprende che di costui non restava alcuna scrittili a, dacché, dopo tutto, non solo all'età di Cicerone, de leg. II, 21, 52, si conservavano pareri legali, che facevano capo a Ini, ma si citavano ancora disposizioni speciali di diritto pontificio che andavano sotto il suo nome, v. Plin. NH. Vili, 206. Tuttavia è notevole che Cicerone, nel Brutus, l. c., dove fa l'eloquenza della storia romana, enumeri Cornncanio fra quei personaggi, come Appio Claudio, C. Fabricio, intorno alla cui eloquenza era solo lecito fare ragionevoli ipotesi: u tantnmmodo coniectnra ducor ad snspicandum Sicché dovrebbe pensarsi che all'età di Cicerone non ci fosse pjù una traccia visibile (se pur c'era stata) della attività letteraria di Cornncanio.. Forse è il caso anche di rammentare che codeste opere andavano di mano in mano diventando sempre più rare, cfr. prò Caelio, 17, 40: u chartae quoque quae illam pristinam severitatem continebant (ciò gli annali più antichi) obsoleverunt „.
      In quanto ai u commentarii pontificum „ ho già fatto osservare, v. s. parte I, 30, n. 3, che non è sempre lecito stabilire un punto stretto di differenza fra essi e gli stessi annali dei pontefici. Da ciò non viene però che fossero sempre e costantemente, come talora si è pensato e si torna a ripetere, la stessa cosa. Ma di ciò nel voi. di complemento.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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