Storia di Roma di Ettore Pais
ENNIO ED I PIÙ VETUSTI ELEMENTI DELLA TRADIZIONE.
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di quegli storici tarantini o sicelioti che narravano anche le guerre fra i Sanniti ed i Romani. (x) Quanto si racconta infatti sulla ricchezza degli eserciti sannitici ornati di oro e di argento, ovvero sui più antichi ordinamenti della cavalleria romana, che sappiamo essere stata costituita durante le guerre sannitiche, ricorda la civiltà tarantina. (2) Non sarebbe certo agevole determinare, quali fra gliEnnio apd Serv. ad Aen. VII, 691, trasportava fra i Falisci, come è noto, l'eroe Messapo; e questo eroe, sdoppiato in Metabos (il nome dei Messapi e di Metaponto, come già vide il Mommsen, si spiega con il medesimo radicale;, era localizzato fra i Volsci, v. Verg. Aen. XI, 540; Cat. apd Serv. ad Aen. XI, 567. Si capisce quindi come presso Taracina e Feronia si facesse menzione della palude di Satura, Verg. VII, SOI (cfr. Serv. ad l. d'onde si ricava che alcuni in luogo di 14 Saturae „ leggevano: tt Asturae „), dacché il nome di Satura era quello di una ben nota località presso Taranto (sul che v. anche il mio scritto: il porto di Satiro negli studi ital. di filol. class, voi. V (1897), p. 109 sgg.) Per un analogo fenomeno nella vicina Feronia furono localizzati miti di origine tarantina, cfr. Dion. Hal. II, 49, in base a ioxoptai £:r.ya)pioi, ossia sabine. Quali fossero queste storie sabine (che tutto fa pensare siano state suggerite a Dionisio dal sabino Varrone), e che dallo scrittore greco sono contrapposte all'autorità di Catone, non siamo in grado di determinare con tutta esattezza. 11 loro contenuto c'insegna ad ogni modo che avevano subita l'efficacia degli storici italioti e particolarmente tarantini (intorno a ciò, come sui documenti di Ardea v. s. p. 610, n. 1, modifico parzialmente quanto già dissi nella parte I, p. 52, n. 1). Altre indicazioni, che fanno capo a Catone apd Serv. ad Aen. Vili, 638 = fr. 51** P, ci fanno constatare che Dionisio, appunto perchè lavorava in questo caso di seconda mano, porgeva a questo proposito notizie nel fondo analoghe a quelle delle storie di Catone. Questo punto di contatto non avrebbe nulla di strano, dacché lo stesso Catone non fu alieno dal consultare autori greci e particolarmente italioti e sicelioti ''v. s. parte 1, p. 49 sg.) Forse non è casuale, che, sia pure dal lato formale, Catone venisse paragonato con Tucidide e con il siracusano
Filisto, Cic. Brut. 85, 294.
Anche quanto si narra su Morrio re dei Veienlani, Serv. ctd Aen. Vili, 285, fil cui nome, non senza buone ragioni, dai moderni è stato più volte messo iu rapporto con Mamers e Mamnrius), può confrontarsi, se male non mi appongo, con Muranus il mitico re di Moera, che si disse poi Abella, v. Serv. ad Aen. VII, 740. Cfr. quanto noto oltre, p. 702, n. 1, sull'origine apula-argiva di Venulus.
(2) Quanto si narra intorno agli scudi sanniti dorati ed argentati, Liv. IX, 40; X, 39, ricorda gli argoraspidi, di cui si trova fatta menzione, come è noto, negli eserciti di Alessandro Magno, v. Diod. XVII, 57. Iust. XII, 7, 5; Curi.
IV, 13, 17; Vili, 5, 4, di cui si riparla al tempo delle guerre fra Antigone ed
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Eumene, Diod. XIX, 28, e per età posteriori, v. Polyb. V, 79; XXXI, 3; cfr. Liv. XXXVII, 40. Sulla falange xsóxaotus dei Tarantini al tempo di Pirro, v. Dion.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (722/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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