Storia di Roma di Ettore Pais

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      LE FONTI PIÙ ANTICHE: ENNIO, CATONE, POSTUMIO ALBINO. 681
      questo argomento, vengono in mente tanto quel Catone, che della virtù eli Papirio, di Manio Curio, era così sincero ammiratore, quanto il suo nemico Postumio Albino, dal quale, secondo che tutto fa credere, derivano le notizie meno inonorevoli sulle gesta dell'omonimo console del 293 e del 291. Certo nell'età di Pirro i Postumi ebbero pure fra i loro antenati quel " rex sacrorum, „ che, tenendo contodella aruspicina forestiera più accurata, registrava secondo i computi
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      illustrate dal Bkizio, Not. d. Scavi, 1897, p. 297, fig. 12 sq. ; dei carri da guerra si parla a proposito dei Celti della Gallia Transalpina, v. ad es. Cics. b. G. IV, 24; per la Britannia cfr. Tac. Agr. 12; 35 sq. Non vedo ragioni sufficienti per credere con l'egregio editore di tali monumenti che in questi si accenni alla distruzione dei Galli che assalirono Delfo, anziché ai Galli vinti nella vicina Sentino verso il 295 a. C. Non trovo motivi sufficienti per scorgere un accenno alle rapine del santuario delfico nell'anfora d'oro tenuta da un guerriero gallico e nell'anfora capovolta sulla patera, v. p. 301; 303 fig. 16; 17; dacché, dato l'amore dei Galli per la preda e per l'oro, di cui si discorre costantemente a proposito delle loro vittorie o delle sconfitte verso i Romani (v. ad es. Polyb. II, 17; cfr. p. 88 sgg.), non v'è ragione per negare che si alluda alla preda ed all'oro ritolto ai Galli vinti a Sentino, i quali erano stati vincitori pochi giorni prima a Camers.
      11 Brizio ha veduto che uel gruppo delle terrecotte di Civit'Alba v'era una divinità saettante, p. 302; cfr. fig. 16. Ciò lo induce a pensare non ad una battaglia puramente reale e storica, ma all'intervento sopranaturale dei numi; ciò gli ricorda l'assalto dato dai Galli al tempio delfico. Non mi sembra che questo sia un argomento valido, perchè anche nel rappresentara la battaglia di Sentino, si potè, anzi si dovette, raffigurare la divinità protettrice dei Romani, per le stesse ragioni per cui in essa Q. Fabio pregò di favorevole intervento Giove Vittore, a cui dedicò un tempio. Liv. X, 29, 14.
      Non credo anzi sia stato osservato che le parole di Floro, I, 12, 5 sq., relative alla battaglia di Sentino: u sic Fabius... captisque superioribus iugis in subiectos suo iure detonuit. ea namque species fuit illius belli, quasi in terri-genas e caelo ac nubibus tela iacerentur, „ non solo rappresentano un tratto delia narrazione poetica della fonte di codesto scrittore (lascio di discutere se questi sia stato Ennio od altri direttamente o meglio indirettamente usufruito), ma giovano a spiegare come nella battaglia di Sentino potè essere espresso l'intervento della divinità. Se le parole di Floro si adattino poi ad una rappresentazione artistica di quella del genere di Civit'Alba, oppure di un altro tempio, ad es. di quello di Giove Vittore a Roma, o se invece riproducano un'immagine della fonte letteraria seguita da questo scrittore, è un'altra questione. Certo è, ad ogni modo, che le parole di Floro sopra riferite non si spiegano bene ove si giudichino esclusivamente una delle sue consuete espressioni retoriche.
      Quanto è riferito sulla cerva, cercante rifugio fra i Galli e da costoro uccisa,


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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