Storia di Roma di Ettore Pais

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      LE FONTI PIÙ ANTICHE: FABIO PITTORE, I PAPIRI
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      ed i Cornell nel III secolo, parrebbe potersi poi spiegare come mai le gesta del 298 venissero attribuite all'una anziché all'altra di codeste genti. (*)
      Di tutti gli annalisti più antichi, che narravano le vicende della guerra sannitica, il meno sconosciuto per noi è Fabio Pittore. Dalle memorie dei Fabì deriva, almeno in parte, il ricordo della battaglia di Inbrinio, la storia del passaggio della Selva Ciminia, la pseudo vittoria del lago Vadimone nel 310, la descrizione delle gesta di Fabio Rulliano nel 295 a. C. Se tutto quanto è riferito a proposito dei Fabi sia stato tolto esclusivamente da codesto più vetusto annalista, o se invece le memorie che andavano sotto il nome di lui, abbiano subito, come è avvenuto per altre letterature moderne, un rimaneggiamento posteriore, non possiamo affermare con tutta sicurezza. Qualche indizio ci farebbe tuttavia propendere per una risposta affermativa, sia a proposito di Fabio Pittore, sia di altri posteriori annalisti. (2) È chiaro ad ogni modo per quali ragioni alle gesta dei Fabi, accanto a quelle dei Valeri e dei Papiri, si accordò parte preponderante anche per il periodo storico che abbiamo testò esaminato. Inquanto ai Papiri notammo come la circostanza che essi figurano fra i principali autori delle vittorie romane nell'età sannitica, paia riflettere la parte assai notevole che codesta gente ebbe nella redazione degli Annali Massimi. Simile ipo-
      (1) Liv. XXVIII, 45. Su Ennio e sull'efficacia dei suoi rapporti con le varie famiglie romane dico ampiamente a suo luogo; per il momento v. s. parte I,
      pag. 40.
      (2) Io non vedo motivo per negare che gli annali latini di Fabio Pittore possano essere un rifacimento dei vetusti annali greci del più celebre personaggio di egual nome, un rifacimento analogo a quello di cui gli annali greci di Acilio furono più tardi oggetto in una versione latina. Non vedo nemmeno motivo di dubitare che un Calpurnio Pisone, vissuto sul finire della repubblica, abbia continuato gli annali del suo antenato, Plut. Mar. 45. So per giù alla stessa maniera procedettero a Firenze i Villani; e nella storia della scienza questo fenomeno è assai frequente. Basti ricordare ad es. i tre Manuzi, i due Filippo Beroaldo, i due Scaligeri, i due Heinsius, i due Pieter Bormann etc. Non vedo poi necessità di pensare con il Soltau, neìYHermes, XXIX (1894,, p. 631, che vi sia stato un solo annalista di nome L. Elio Tuberone e che in Livio, IV, 23, 2, ove si legge " Va-lerius Antias et Q. Tubero, si debba correggere: Valerius Antias atque Tubero „.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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