Storia di Roma di Ettore Pais
()84 CAP, Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL'lNTERV. DI PIRRO.
tesi si potrebbero, esprimere anche a proposito di altre famiglie, ad esempio da Carvi!!, dei Fabì e dei Corneli Scipioni. (*) Tuttavia non è fuori di luogo notare come l'attività di Valerio Anziate, sebbene non nella misura che generalmente si ammette, abbia fatto rinverdire gli allori dei Valeri, e che le buone relazioni familiari esistenti fra i Licini ed i Fabi contribuirono a far sorgere i fantastici racconti intorno alle leggi Licinie Sestie, ed ebbero pure la loro efficacia nel rinnovare e nel fare esporre sotto nuovo aspetto le gesta di codeste famiglie. Forse in ciò va cercata la ragione per cui di Fabio Pittore si trovano traccie in Livio ed in Dionisio. Livio infatti, sebbene affetti il più grande rispetto per l'autorità di Fabio, in realtà raramente lo usufruì direttamente e lo seguì. Egli trovò più semplice e più facile attingere alle opere meno aride di Licinio Macro, e limitarsi tutto al più, ad un parziale confronto tra le scritture di costui e quelle di Calpurnio Pisone, oppure di Claudio Quadrigario. Calpurnio del resto, sebbene venisse giudicato più autorevole da Livio, e perciò da lui fosse talora chiamato in causa come giudice di appello, era ben lungi dall'essere l'eco fedele delle più antiche memorie storiche. Come gli annalisti suoi coetanei, al pari dei suoi successori, Calpurnio esponeva le vicende interne tenendo presenti le condizioni politiche dell'età sua. Sarebbe vano voler rintracciare, caso per caso, ognuno dei singoli autori da cui derivano le varie notizie a noi pervenute intorno alle guerre sanni-tiche. Nell'ipotesi migliore, dato che tal studio si potesse realmente condurre a compimento con qualche frutto, otterremo un'analisi mi-
(x) Fra le famiglie patricie, che ^dovettero di buon'ora contribuire alla redazione dei pubblici annali e delle memorie domestiche dovremmo annoverare gli Scipioni. Dei ventitré pontefici massimi, di cui conosciamo il nome, dal principio della repubblica fino ad Augusto, sei: ossia A. Cornelio Cosso (361 a. C.), P. Cornelio Barbato (304), P. Cornelio Calnssa (verso il 332 v. s. p. 630, n. 3), L. Cornelio Lentulo (217), P. Cornelio Scipione Nasica Corculum e P. Cornelio Nasica Serapione (metà del II secolo), appartengono ai Cornell. Che i Cornell di buon'ora si siano occupati di scrivere la storia nazionale ci è espressamente indicato, sia che si parli dell'Africano Maggiore, sia del figlio di lui. Sull'attività storica di P. Cornelio Scipione Nasica, v. Soltau, nelVHcrwes, XXXI (1896), p. 153 sgg.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (731/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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