Storia di Roma di Ettore Pais

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      ()S6 CAP. V1U. - DALLA IiESA DI NAPOLI ALL'lNTERV. DI PIRRO.
      scarso degli scrittori greci, ossia di Duride, di leronimo di Cardia, di Timeo, di Lieo, che le vicende italiche narravano dal punto di vista ellenico, e talora, come Diillo, della storia universale. Nè maggior vantaggio reca Tesarne di Diodoro, il quale raccontando le guerre sannitiche, salvo qualche caso, come ad esempio dove discorreva di Cleonimo, si valse, per quanto ci è dato giudicare, di fonti romane. L'esame di Diodoro mostra come questi, ben lungi dal seguire sempre gli Annali Massimi, si sia talora affidato a scrittori diversi ed in generale recenti. Senoncliè i suoi scarsi dati non ci autorizzano a formulare un'ipotesi meno che vaga sul nome degli annalisti a cui di preferenza attinse, dacché vi sono in lui elementi che potrebbero essere ricondotti ad autori dell'età grac-caua, come Calpurnio Pisone, ed altri, che rispecchiano redazioni ancora più tarde e persino quelle del tempo in cui egli stesso visse. Diodoro procede di consueto con un irrazionale capriccio e per le vicende romane, come per le greche, tiene conto ora di una versione ora di un'altra, senza far conoscere al lettore i criteri dei quali egli si valse nella selezione delle notizie. Che se alla critica riesce talora mettere in rilievo che, in un certo numero di casi, egli segui una versione annalista meno impura di quella a cui attinsero Livio e Dionisio, in altri è anche ovvio constatare che preferì quella che era la più lontana dal vero e che conteneva maggior copia di errori. (!)
      (*) Le diverse opinioni dei moderni sulle fonti di Diodoro per la storia romana sono registrate nella diligente, ma non esauriente, dissertazione del Ba-der, de Diodori rerum liomanarum auctoribus < Lipsiae, 1890).
      Per quanto a me pare, i vari tentativi di ìicondurre le notizie di questo autore ad uno anziché ad un altro annalista, sono in massima falliti, perchè non si è tenuto conto sufficiente che egli nella compilazione della storia romana non scelse in fondo via diversa da quella che segui rispetto alla greca, dove, per esempio, in più di un caso è lecito constatare l'uso simultaneo di Eforo, di Timeo, di Teopompo. Anche rispetto alla storia romana Diodoro accenna in vari punti a tale uso simultaneo di diverse fonti; nè può affermarsi, come da taluno si è fatto, che quelli che chiama u alcuni, „ rappresentino costantemente le fonti pili recenti di fronte alle più antiche da lui seguite, oppure, come crede il Mommsex, roem» ForscJiungen, II, p. 266; 273, che Diodoro non nomini le fonti principali e citi solo le secondarie, come fa nel caso di Duride. Diodoro, I, 4, 4,


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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