Storia di Roma di Ettore Pais
CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL* INTERV. DI PIRRO.
clerio di nascondere, seppure ebbe luogo, un atto di vassallaggio verso il principe più potente, la cui gloria doveva più tardi essere contrapposta alla romana sino alla nausea, da quei Greci, che non sapevano sopportare con rassegnazione la superiorità militare e politica dei barbari di Occidente. Si comprende come ad una larga ed esplicita confessione di rispettosi rapporti verso quel principe, negli annali Iiviani, si trovi sostituito un pomposo confronto tra la potenza romana e quella del Macedone. Tale confronto dovette diventare infatti oggetto di frequenti esercitazioni retoriche allorché, debellate Cartagine e poi le monarchie elleniche, i Romani divennero il popolo signore della terra. (*)
(*) La notizia dell'ambasceria dei Romani ad Alessandro Magno (824 a. C.) era di già data da Cutarco apd Plin. XH. Ili, 57, ed era pur riferita da Aristo e da Asclepiadk apd Ark. VII, 15, 5, dei quali il primo, per quel che sembra, cfr. Susemihl, Geschichte d. griech. Litt. i. d. Aìexandrinerzeit, I, p. 684j visse sul finire del III secolo o al principio del II a. 0. La circostanza che, per testimonianza di Arriano, Z. c., Aristobulo e Tolomeo di Lago non dicevano nulla di ciò, ha consigliato qualche critico, come il Niese, Geschiclite d. griech. u. maked. Staaten, I, p. 182, a giudicare o falsa o molto sospetta questa notizia. Considerazioni politiche avevano invece indotto il Niebuhr, roem. Geschichte, III, p. 194, ed il Droysen, histoire de Vhellénisme, vers. Bouché-Leelercq, I, p. 713, n. 1, a pensare l'opposto.
Non vi sono ragioni abbastanza valide per escludere che la notizia sia autentica: Arriano era incerto del vero; ma gli argomenti che egli fa valere ossia: il silenzio degli scrittori latini, e 1*improbabilità che Roma, Stato libero ed indi-pendente, avesse inviato tale ambasceria, non hanno peso. E tutt'altro che sicuro che Arriano abbia consultati tutti quanti gli antichi annalisti latini, e le considerazioni che al caso potè trovare in qualcuno di questi autori in opposizione a tale voce, e quelle stesse che Arriano fa sul carattere romano, sono inspirate dal concetto della grandezza e dignità posteriore di questo popolo, ma non hanno importanza rispetto al IV secolo a. C. Assai più valida è l'osservazione che Aristobulo e Tolomeo, di preferenza segniti dal nostro autore, non parlavano di ciò. Ma Arriano ammette che avessero inviato tale ambasceria i Bruzì, i Lucani e gli Etruschi. Ora, a prescindere dalla possibilità che sotto il nome di Tupp^vot si parlasse, come si fece in molti altri casi, anche dei Romani (Diox. Hal. I, 29, cfr. oltre nell'aggiunta in fine del volume, ad. p. 442, n.; sul passo di Aristos-seno circa la conquista tirrenica o romana di Pesto), non si capirebbe come a tali ambascerie avessero preso bensì parte i principali popoli indipendenti della Penisola e non quei Romani che, proprio in quel tempo, ai danni dei Sanniti avevano fatto alleanza con Alessandro il Molosso.
| |
Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
|
Pagina (741/795)
|
da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Greci Occidente Iiviani Macedone Cartagine Romani Romani Alessandro Magno Cutarco Plin Aristo Asclepiadk Ark Geschichte Arriano Aristobulo Tolomeo Lago Niese Geschiclite Niebuhr Droysen Vhellénisme Arriano Roma Stato Arriano Arriano Aristobulo Tolomeo Arriano Bruzì Lucani Etruschi Tupp Romani Diox Aristos-seno Pesto Penisola Romani Sanniti Alessandro Molosso Ili Susemihl Geschichte Hal
|