Storia di Roma di Ettore Pais
l/ANNALISTICA ROMANA ED ALESSANDRO MAGNO.
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Ma se l'orgoglio nazionale, a partire dalla fine del III o dal principio del II secolo, vietava ai Romani confessare anteriori contatti con genti greche, che non fossero stati quelli di signori verso i loro sudditi, e di rado si sofferma ad indicare quali relazioni essi ebbero in origine con i Greci dell'Italia meridionale ormai fatta loro terra, la più antica annalistica, i più vetusti poeti, esponendo le guerre etnische e sannitiche della fine del IV secolo, tenevanoIn tale questione i risultati della dottrina delle fonti e l'acume filologico non approdano a buoni risultati ove non siano sorretti ed illuminati dalla intelligenza dei fatti politici. Che Alessandro Magno tenesse l'occhio attento anche all'Occidente ed alle faccende d'Italia prova il fatto che egli fece dono di spoglie persiane ai Crotoniati, Plut. Alex. 34. Che l'Occidente, alla sua volta, fosse preoccupato delle intenzioni di lui, indicano chiaramente le ambascerie partite dall'Iberia, ammesse anche da Ariano e, per tacere di Cartagine, quella dei Li-biofenici, Diod. XVII, 113. Che se infine i Romani fecero alleanza con quell'Alessandro di Epiro, zio di Alessandro Magno, che era partito verso l'Italia circa gli stessi tempi (e che fra le due spedizioni vi fosse un rapporto era notato anche dagli antichi v. s. p. 489, n. 1), non è difficile comprendere come mai i Romani avessero inviato un'ambasceria anche al nipote. Che se tale ambasceria ebbe luogo, e più tardi non se ne trovò traccia negli scrittori romani, ciò risponde all'indole di tutta la recente storiografia latina, che mirò ad occultare la natura primitiva dei rapporti avuti con quegli Stati, che da alleati diventarono poi soggetti di Roma. Noi siamo, è vero, sia pure inesattamente, informati sulle antiche relazioni esistenti fra Marsiglia e Roma. Ma la causa di ciò va cercata nelTesserci giunto con il provenzale Trogo Pompeo l'eco delle tradizioni e pretese della città greca. (1 rapporti con Marsiglia autentici dal principio del IV secolo ed attribuiti al VII, v. in Iust. XLIIL 3, 4, cfr. con Diod. XIV, 93j. La storiografia romana sorse oltre un secolo dopo che Alessandro aveva ricevuto le ambasciate di Occidente. Non è quindi il caso di basarsi sul silenzio degli annalisti. La circostanza che già Clitarco al tempo di Alessandro faceva menzione di tale ambasceria romana, mostra poi come gli annalisti romani, checche dica Arriano, si dovettero imbattere in codesta notizia.
L'episodio liviano sul confronto delle gesta di Alessandro con quelle dei Romani, e la discussione quale sarebbe stato l'esito della guerra ove Alessandro fosse venuto in Italia, per quanto agli occhi nostri si presenti quale vuota esercitazione retorica, e nella forma in cui a noi è pervenuta sia veramente tale, fa presupporre un racconto od accolto o rifiutato dagli storici romani, che accennasse all'intenzione da parte di Alessandro di una spedizione nella Penisola. Codesta versione si trova 'infatti in Lido, de mtig, I, 38, secondo il quale, Alessandro Magno avrebbe deciso di assalire i Romani, e da costoro sarebbe stato eletto duce Papirio Cursore. Lido, a seconda dei casi, suole riferire tradizioni vetuste, dimenticate o rifiutate da alcuni annalisti romani, ovvero gravi errori
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (742/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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