Storia di Roma di Ettore Pais
698 CAP. Vili. - DALLA RESA DI NAPOLI ALL'INTERV. DI PIRRO.
potè compiere. Ma è manifesto che il più vetusto storico romano, il quale avea visto Annibale percorrere e calpestare impunemente il suolo italiano, glorificando il suo consanguineo, che aveva saputo tenere a freno il più grande e potente nemico di Roma, e che per di più gli aveva ritolto Taranto, confrontava le gesta del celebre suo antenato con quelle di Alessandro. Anche Cornelio Scipione, il contemporaneo di Fabio Pittore, al quale era concesso di vincere Cartagine ed Annibale, ebbe sempre davanti a se Alessandro come nobile esempio; (*) ed è tanto più facile capire come i Romani fossero spinti a simili confronti ed imitazioni, ove si consideri che gli stessi duci greci amavano ormai paragonarsi con il Macedone. Basti nel caso nostro ricordare il siciliano Agatocle e poi quelTeacide Pirro, le cui gesta vennero esposte da coloro, che furono in pari tempo i primi espositori delle vicende del popolo romano. (2) Come Fabio Pittore paragonava le gesta dei Fabi al Cremerà con quelle di Leonida alle Termopili, così il vecchio Catone aveva presenti le gesta di Aristide o di Focione ove ragionava di Manio Curio e di Fabricio, quelle di Leonida, allorché narrava Tatto eroico di Cedicio a Camerina. (3) Lo studio della tradizione sulle guerre sannitiche ha importanza capitale in se stesso, perchè si riferisce al tempo in cui si formò o
(1) Che il primo Scipione Africano fosse un imitatore di Alessandro, e che si amasse confrontare ogni minimo atto suo con quello del principe Macedone è dichiarato dagli stessi antichi ed appare da ciò che si narrava rispetto alla sua nascita, all'assedio di Cartageua, presa allo stesso modo di Tiro, od alla figlia di Indibile trattata (ciò si diceva da taluno, ma si negava da altri), con quegli stessi riguardi che Alessandro avrebbe usati verso la moglie di Dario. In tutto ciò v'è materia di ricerca proficua ed inesauribile. A me basti per ora rimandare a quanto ho fatto notare s. parte I, p. 108 sg.
(2) Sui diadochi e Pirro imitatori di Alessandro v. ad es. Plut. Pt/rrìi. 8; cfr. Oros. IV, 1, 13. Su Agatocle pure imitatore dei Diadochi ed emulo dei Macedoni, v. Diod. XX, 54; XXI, fr. 2; Phylarch. apd Athen. VI, p. 261 b; cfr. Plut. Dtmet. 25. Del resto la miglior prova dell'imitazione da parte di Agatocle delle gesta di Alessandro è data dalla stessa spedizione di Africa.
Anche gli storici dei Goti si compiacevano più tardi paragonare il valoroso re Ei inanarico con il grande Macedone, v. Jordan, Get. 23, 116.
Sul confronto fra Fabricio ed Aristide, v. Cic. de off. 111,22, 87. Su Cedicio, contrapposto a Leonida, v. Cat. apd Gell. XA. III, 7.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (745/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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